PORTO SANT’ELPIDIO – Nel turismo il salto di qualità spetta anche al settore privato. “Il pubblico poi impatta con le strategie e, in questo caso, con i fondi. E sono tanti”. E' questo il sunto dell’incontro organizzato dalla regione marche a Porto Sant’Elpidio. Città scelta perché in crescita e perché è qui che si muove il presidente della commissione che segue il turismo, Andrea Putzu.
Massimiliano Ciarpella, sindaco di Porto Sant’Elpidio, apre le porte del teatro delle Api a tanti sindaci, tra cui quello di Fermo Calcinaro, amministratori, c'era il presindete di Marca Fermana, e operatori. Assente quello che ancora per pochi giorni è il direttore dell’Atim, Bruschini. “Il turismo è il tema centrale, mettere terra le risorse che aiutano il territorio a fare il salto di qualità è fondamentale. Dobbiamo creare un turismo sostenibile. Gli ospiti chiedono, si informano, ma poi vogliono sapere della raccolta differenziata. Oggi il turista crede nell’ambiente e allora dobbiamo farci trovare pronti come comuni. Ma anche come imprenditori” esordisce.
Di una cosa è sicuro Ciarpella: “Le Marche possono essere un hub per tante tipologie di turismo. Ma ogni tipo deve dialogare e rendersi permeabile all’altro, da qui la rete”. Senza mai dimenticare le infrastrutture, perché le strade, le connessioni cambiano tutto. Tema che tornerà più volte anche negli interventi dal pubblico. “Noi ci siamo, se migliorano le strade per arrivare a Monte Giberto non abbiamo nulla da invidiare agli altri” sottolinea tra i tanti il sindaco Palmucci che è in attesa dei fondi previsti, manca solo la firma del commissario Figliuolo.
I BANDI
A Paola Marchegiani, dirigente responsabile del settore turismo, il compito di spiegare ‘Le opportunità dei fondi per il turismo nella regione Marche. “Ci sono 60miloni di euro in bandi. Non credo ci sia mai stata una opportunità del genere, che guarda a imprese, enti pubblici, associazioni che costruiscono una destinazione turistica. Il clou è per i borghi, poi ce ne sono 14milioni per le strutture ricettive”. Ma anche quelle per le strutture alla fine non puntano alla costa. Rapidamente, la dirigente presenta le principali misure.
La prima prevede 24 milioni proprio per l’accoglienza nei borghi. “La sfida è di far ripartire tutto il territorio marchigiano attraverso un intervento diffuso. Saranno assegnati tramite un bando già aperto, con il comune che è capofila di uno sviluppo integrato. La spesa guarda all’iniziativa privata. Contributo massimo di 500mila euro. Pensiamo a 48-50 borghi, un terzo di spesa pubblica, due terzi di spesa pubblico-privata, quindi legata a operatori, imprese e privati”.
15 milioni per le strutture ricettive: “Una misura in cui crediamo. La qualità dele strutture fa destinazione, soprattutto per gli stranieri. Contributi per le imprese fino a 300mila euro”.
Sviluppo del prodotto turistico nei borghi: “Sette milioni dedicati direttamente alle imprese che lavorano nei borghi. È la prima di una serie di misure che sommate una all’altra arrivano a 100 i milioni per i borghi. Qui parliamo di rete di servizi, una belle abazia non è un prodotto turistico se no ha servizi da vendere”.
Bando accoglienza: “Gli eventi – prosegue la dirigente - qui svolgono un ruolo cardine e con questo strumento si finanziano comuni e associazioni, con una misura nuova dedicata ai circuiti e percorsi, la rivalutazione degli itinerari e dei cammini”.
A inizio 2025 parte invece il bando che dà per scontato il claim unico, Let’s Marche, ma poi ci sono i Sibillini, il Conero e il Montefeltro. “Riconoscere l’identità e la forza promozionale è una grande sfida di sistema. La Regione incentiva con i fondi”. Supporto arriva anche dai finanziamenti per gli Iat e la destagionalizzazione, con 400milaa euro che favoriranno l’incoming, le fiere e i press tour.
LA VISIONE DI ACQUAROLI
“Lo sviluppo della nostra regione, a causa dello spopolamento dell’entroterra, ha vissuto negli ulti 50 anni una desertificazione dell’entroterra (ci sono anche stati due terremoti, ndr). Oggi abbiamo una costa sovraffollata. La dobbiamo decongestionare e puntare sulla ripresa die borghi. La penalizzazione delle piccole realtà da noi è diventata palese” esordisce il governatore, che ha tenuto per se la delega al Turismo.
“Siamo pieni di borghi senza un bar o stanze da albergo, non va bene”. Rivendica quindi scelte strategiche: da un lato la legge del governo del territorio, dall’altro il piano infrastrutturale e poi la sanità, ma serviva un segnale forte risetto al ruolo dei borghi. “Noi dobbiamo andare oltre il borgo solo residenziale, e così sosteniamo chi ci crede dal punto di vista economico. Se lo rilanciamo dal lato turistico e culturale e dei servizi - come resistere tutto l’anno? – lo facciamo vivere. L’obiettivo non è dare risorse per aggiustare una casa, aprire un cantiere. Il cantiere è una parte della visione, prima serve una visione politica e di rete”.
Il messaggio è semplice: “Non basta un borgo a rendere la zona tristica. Nessuno parte da New York o Parigi per un borgo, noi saremo attrattivi se costruiamo il circuito di borghi che sposando l’iniziativa iniziano a essere una opportunità, ci aiutano a destagionalizzare. Noi dobbiamo trasformare la Regione da essere marche brand. Vogliamo che i 24 milioni siano un effetto leva e moltiplicatore. Abbiamo un patrimonio immobiliare di borghi che se impariamo a venderlo ci farà diventare attrattivi”.
Raffaele Vitali