PORTO SAN GIORGIO - Sentire la sabbia sotto i piedi, respirare in riva al mare senza mascherina, prendere i primi raggi di sole. Il lungo ponte del 2 giugno si è chiuso così. Non tante persone in spiaggia, ma chi c’era si è rilassato. Il volto di Cristiana lo racconta senza parole, anche se poi, distesa sul suo asciugamano, racconta: “Fa strano pensare che dobbiamo stare distanziati, però devo ammettere che la paura è diminuita, i dati ci danno fiducia”.
Lei ha scelto la spiaggia libera, “abbiamo visto i cartelli sulle regole all’ingresso”, insieme al ragazzo: “Ci piace, ci fa sentire sicuri, ma non dobbiamo dimenticare che ci sono delle regole da rispettare. E anche per questo ancora la sera preferiamo stare a casa, ma la voglia di ristorante, di passare del tempo con gli amici è sempre più forte”.
Passeggiando in riva al mare si notano gli ombrelloni distanziati. Una giornata di bassa marea trasforma Porto San Giorgio in un tratto californiano con una larghissima battigia che permette a tutti di parlare, camminare e giocare. I concessionari hanno scelto di ‘mangiare’ le aree per il beach volley piuttosto che avanzare riducendo poi i tratti liberi. “I bambini sono i più difficili da gestire. Come si fa a spiegargli che devono stare lontano da un amico? Mio figlio – racconta una signora che insieme a tre amici ha preso quattro lettini dopo il pranzo allo chalet – ha detto che preferisce restare a casa, non si sente sicuro. Tra l’altro la responsabilità decade tutta sui genitori”.
C’è anche questo, il timore di fare qualcosa di sbagliato e anche per questa ragione sono chiusi e recintati i campi da basket e sono stati tolti tutti i giochi. “Ma poi abbiamo messo i piedi nella sabbia” riprendono due amiche, tra l’altro due infermiere in pausa, che sotto il sole guardano i figli entrare e uscire dall’acqua. “E per fortuna il mare, così si divertano e non pensano che devono stare lontani. La spiaggia è libertà e serenità, ci aspettavamo più gente, ma nessuno è ancora davvero tranquillo”.
Di certo il Coronavirus ha impattato sulla gestione delle strutture. “Non si possono usare gli spogliatoi, la gente dovrebbe arrivare con il costume o cambiarsi in bagno, che mi è difficile pensare sia più igienico di un locale attrezzato” riprende Carlo Iommi. Per lui, alla guida della Lega Navale, un’estate che ancora deve decollare e che parte con tanti limiti: “A metà giugno vorremmo riprendere i corsi di canottaggio e di vela, ma le regole sono ancora confuse. Penso ai gommoni che dovremo sanificare quando portiamo fuori i ragazzi, o alle varie barche. E questo – ribadisce – sapendo che il sale è il disinfettante naturale per eccellenza”.
Normalmente il circolo conta 540 iscritti, quest’anno molti non confermeranno: “Abbiamo tanti fermani che vivono in altre città e magari tornano per le vacanze, passando qui agosto. Ma per il Covid in molti hanno già fatto le ferie e così se va bene al mare passeranno nu fine settimana. È un caos, speriamo che arrivino indicazioni chiare e magari anche decisioni concrete come il taglio del canone demaniale e della Tari, altrimenti poi diventa difficile resistere e tenere aperto”.
Raffaele Vitali