*Raffaele Vitali
Pitti Uomo è il primo test dell’anno per il mondo della moda. Una prima fotografia di quel che sarà, ma soprattutto un momento per capire davvero il sentiment di chi la moda la produce e poi cerca di venderla.
Da anni non si vedevano qualità e ottimismo camminare in perfetta sintonia. I padiglioni non mentono. Tanta gente, che a Firenze, essendo una fiera più tecnica di altre, significano negozianti, buyer, imprenditori. C’è chi osserva, chi tratta, chi studia, chi già compra. Soprattutto c’è chi guarda al domani.
Le collezioni sono quelle dell’inverno 2025, che poi è il periodo su cui tutti gli analisti scommettono per la vera ripresa. Ma chi gira per il Pitti sa che arriverà prima. Già solo la parola ‘accordo di pace’ in Medio Oriente ha rianimato una serie di mercati. La convinzione che tra Russia e Ucraina si possa arrivare a una intesa fa sorridere i produttori.
Quattro giorni non cambiano il mondo, ma la percezione della moda sembra improvvisamente migliore. Che poi, uscendo dal cancello della Fortezza Da Basso si torni a combattere tra cassa integrazione, mancati pagamenti e ordini col contagocce, è un’altra storia.
C’è anche la convenzione che il lusso non sia più per tanti e che il bello e ben fatto invece abbia sempre spazio, per cui tanti mini brand se la giocano: “Se la scarpa della griffe costa 1300 e la mia 700, ora ci scelgono” ripetono diversi imprenditori marchigiani.
La moda vive anche di immagine, di positività. Il Pitti Uomo lo ha spiegato bene in queste ore. Bisogna vedere se gli imprenditori, ma soprattutto il sistema moda fatto di fiere, a cominciare dal Micam, troveranno il modo di non disperdere l’ottimismo fiorentino.
Senza per questo rinunciare alle battaglie che poi vanno vinte: credito d’imposta, prestiti e supporti bancari, anche al Pitti tante lamentele sul mancato sostegno allo sviluppo delle aziende fashion, piani di internazionalizzazione e nuovi canali di formazione.
Pitti Uomo non a caso nasce dento Pitti Immagine, perché si può anche piangere nella cameretta, ma poi quando si va in sala il sorriso non deve mancare. E la moda se vuole sa come si fa. Speriamo anche i calzaturieri.
*direttore www.laprovinciadifermo.com