di Raffaele Vitali
PESARO – Una cosa è certa, Aza Petrovic ha portato entusiasmo a Pesaro. Tanto, forse ogni oltre aspettativa. “E il prossimo anno vi porterò in Europa”. Ecco come si presenta la guardia croata, che riabbraccia la ‘sua’ Pesaro.
È come se 34 anni da quando bucava la retina non fossero mai passati. “Siamo una famiglia. Durante la settimana a Milano, ho visto soddisfazione, orgoglio e felicità. È l’immagine che vorrei vivere ogni domenica del campionato. Lo so, chiedo molto, ma quell’entusiasmo è importante”. Ario Costa, presidente della Vuelle, è carico e determinato.
Sa che molto lo devo al consorzio guidato da Luciano Amadori. In sala c’è il sindaco Matteo Ricci, primo tifoso, ma anche il governatore Francesco Acquaroli. Un bel segnale quello che arriva anche dalla Regione che scegliendo Macini come testimonia ha già fatto capire quanto creda nello sport. “Presidente, facci una squadra che vince e saremo sempre sorridenti” aggiunge subito Amadori.
Per presentare Aza Petrovic la Vuelle ha scelto villa Cattani Stewart, una location che storicamente porta bene. “Vogliamo tornare al palazzo per vivere insieme una nuova stagione. Sono convinto che ci toglieremo soddisfazioni. Fidatevi che ci sono i presupposti per fare bene” prosegue il numero uno del Consorzio.
Terzo anno di sponsorizzazione per il Carpegna Prosciutto della famiglia Beretta. “Partner fondamentale, ma vi chiedo di sostenerlo, fare in modo che sia orgogliosa di essere a Pesaro”. Tradotto: comprare un po’ di prosciutto di Carpegna, spendendo magari due euro in più, ma dando così un futuro solido alla stessa Vuelle. “Quando siamo arrivati ci hanno detto che per vincere servivano tre anni. Capite che quest’anno abbiamo aspettative più alte delle Final Eight di Coppa Italia”.
Aza Petrovic nel 1988 era in maglia Scavolini e a lui passa il microfono Beretta. Giocava con il numero 8 sulle spalle, segnava da tre punti, sapeva penetrare e controllando ben il corpo spesso per lui era un 2+1. Non finì la stagione, venne tagliato poco prima della fase decisiva, che poi si completò con lo scudetto della Scavolini. Da allenatore ha guidato diversi team, da anni è riferimento di Nazionali, prima la Croazia, poi il Brasile, da cui ha fatto arrivare i primi due giocatori. Ma per tutti è e resta un ex biancorosso degli anni d’oro, quelli di Magnifico e Costa, che oggi siedono dietro le scrivanie.
“Datemi un paio di settimane e il mio italiano tornerà buono. 50 giorni fa ho incontrato per la prima volta Andrea Beretta a Trieste. Avevo dato la mia parola, volevo tornare in questa squadra che tifo da 34 anni. Qui il basket è stato salvato grazie al lavoro di Ario e del consorzio, per cui devo partire da un grazie a loro che mi permettono di essere qui”.
Aza Petrovic riparte da quella partita in cui segnò 45 punti. “Quel giorno sono stato tagliato, eppure ho fatto canestro. La pressione non mi ha mai avuto problemi e so bene che a Pesaro ce ne è tanta. Sono convito che potremo fare cose eccellenti come minimo nei prossimi due anni”.
Si sente sicuro con a fianco Costa e Magnifico con cui iniziò la stagione. Lui venne tagliato e Pesaro vinse lo scudetto: “Da allenatore capisco oggi di più le scelte di Bianchini. Oggi sono passato per il viale dei Partigiani, un’emozione. So che mi innamorerò sempre di più della nostra città”.
Anche lui è convinto di riuscire a creare una bella squadra: “Sono abituato a giocare ogni tre giorni, per cui l’anno prossimo vorrei tornare a giocare in Europa”. Di certo non vola basso la coppia sponsor – coach. “Il 17 agosto inizia il nostro ritiro e partiremo dalla Carpegna”. Il preparatore atletico non cambia, Roberto Venerandi da trent’anni fa correre i giocatori biancorossi “e lo ritrovo con piacere”. E poi Luca Pentucci, confermato anche dopo Repesa. “A Pesaro mi chiamano da sette anni. Non sono potuto mai tornare, due mesi ho accettato. In 15 secondi abbiamo concluso tutto e ci siamo visti tutti insieme a Roma”.
Quale squadra guiderà? “Voglio una squadra intensa, che abbia cuore e che difenda, ma con libertà in attacco. Giocatori importanti devono poter attaccare. Al pubblico chiedo pazienza, perché formeremo un gruppo che alla fine vi farà innamorare. Vi assicuro che anche i giocatori che non conoscete vi piaceranno. Non voglio solo vincere, voglio che Pesaro torni a innamorarsi del bel gioco” prosegue Petrovic.
Per il coach “il problema all’inizio sarà riabituarsi a lavorare per una gara a settimana. Ma vedrete che insieme faremo belle cose, sperando che i palasport tornino a riempirsi di tifosi che per la Vuelle sono fondamentali”.
Un unicum quello che accade a Pesaro: un presidente, un dirigente e un coach che avevano giocato insieme. “Non avendo più ostacoli con la Nazionale potevo accettare. Tutta la mia famiglia mi ha spinto a Pesaro. Dopo il taglio del 1988 è come se mi fosse rimasto un buco da riempire. Oggi il cerchio si sta formando, ma so che alla fine quello che deciderà la mia vita saranno i risultati. Di certo mi piacerebbe rivivere il girone di andata dell’anno scorso, non certo quello di ritorno. Perché se ci fossero state altre due giornate, non so come sarebbe finita. Vi garantisco che aiuterò tanto il basket a Pesaro”.
Dopo anni con le selezioni dei Paesi, il ritorno in una squadra: “Sono molto carico, ve l’ho detto e lo ribadisco, il prossimo anno voglio vedere Pesaro in Europa. Questa città lo merita. Oggi emozione, ma dal 17 agosto la cancelleremo e costruiremo la realtà per le nostre ambizioni”.
Beretta chiude scherzando: “Do una seconda possibilità a un croato, il primo non mi ha convinto del tutto”. E poi le parole serie: “Noi siamo qui perché la Regione Marche ci è stata vicina nel nostro business. Noi stando con la Vuelle ridiamo qualcosa al territorio e cerchiamo così di promuovere il prosciutto di Carpegna Dop. Aza mi ha convinto con il sorriso e gli occhi, che trasudano intensità. So che ci farà vivere una grande stagione con la squadra bellissima che allestiremo”. E se ci fossero dubbi sul prosciutto, ci pensa Petrovic: “L’ho provato oggi, è proprio buono”.
“Una serata bella e particolare. Quando è stato tagliato, abbiamo pianto anche noi insieme con lui. ancora parliamo di Aza come giocatore, ma in realtà da 30 anni allena e ha ottenuto grandi successi. Quindi, non ho mai avuto dubbi” riprende Walter Magnifico.
Con il ritorno di Petrovic potrebbero tornare anche i tifosi all’allenamento: “Appena la pandemia ce lo permetterà, le porte del palasport torneranno ad aprirsi. Goni domenica sarà una battaglia, ma sempre con la parola ‘divertirsi’ tra di noi”.
In chiusura, Francesco Acquaroli e Matteo Ricci. “So che a Pesaro il basket ha un ruolo importante. Spero davvero che Pesaro possa tornar in Europa, perché questa regione ha bisogno di un riscatto dopo il sisma, dopo la pandemia e la crisi economica. Lo sport può essere elemento di dinamicità, entusiasmo e successo. Presto sarò al palasport” promette il governatore.
Chi non mancherà mai è Matteo Ricci: “Noi pesaresi dobbiamo fare due cose: abbonarci e mangiare il prosciutto. Non è poi un compito così ingrato. Aza è qui, ma il primo pensiero è per i Beretta. Si sono appassionati e questo è un merito della nostra città e di una società che da anni non è ricca, ma fatta di persone perbene”.