di Raffaele VItali
PESARO – Pesaro vince e scopre l’anima calda di Lorenzo Bucarelli. L’ala che gioca play è stata decisiva non solo per la regia, ma soprattutto perché è riuscito a mandare fuori giri Redivo, la star di Cividale, nel suo momento migliore. Difesa asfissiante e un sano trash talking che l’argentino non si aspettava. Ne è nato uno ‘scontro personale’ che ha premiato il toscanaccio della Carpegna Prosciutto.
Fotografia del match, l’antisportivo fischiato a Redivo a due minuti dalla fine su penetrazione di Bucarelli: canestro, fallo e rimessa a favore. La gara finisce lì (84-74). Il resto serve per la differenza canestri e Pesaro si prende anche quella, vincendo di 14 contro i 12 dell’andata, portandosi così a soli quattro punti in classifica dai friulani.
Se questa è la chiave ‘di colore’ del match, c’è poi la questione tecnica con Leka che ha trovato un nuovo assetto con Petrovic in campo al fianco di Quirino De Laurentiis, quintetto che ha tolto certezze alla squadra di Pillastrini, troppo leggera per reggere l’urto fisico anche dei chili di Zanotti, mai così bene quest’anno. Ha difeso Pesaro, ha sbagliato tanto Cividale.
Primo quarto difficile. Le mani sono fredde, Pesaro chiude con 3/10 da tre punti, Cividale con 0/10, della serie si può solo migliorare. Si spiega così il basso punteggio (18-17) per due squadre che normalmente invece viaggiano ad alto livello.
Devono carburare due dei giocatori più attesi, Redivo e King. Palle perse, tiri corti e qualche disattenzione di troppo in difesa, anche se in realtà redivo riesce a limitare nei cambi difensivi anche Petrovic. Ma questo perché Pesaro nei primi minuti non va mai dal suo pivot, finendo così per non creare spazi per le penetrazioni di Ahmad che infatti si accontenta del tiro da tre punti.
Pesaro come troppe volte le capita si accontenta del gioco esterno e non va mai con la palla dentro l’area pitturata, dove avrebbe per una volta vantaggi evidenti. Nel secondo quarto ci prova con Quirino De Laurentiis, ma il lungo oggi si sente più assistman che realizzatore e quando riceve in zona lunetta non guarda mai il ferro e scarica fuori, anche con buon esito. Ne usufruiscono sia Petrovic sia Bucarelli.
Ci vuole Zanotti, fino a oggi ai margini delle rotazioni, per un canestro da pivot. Giocata che carica il desaparecido, tanto che trova anche due triple che scavano il primo grande solco (40-25). Gioca un po’ meglio Pesaro, ma soprattutto Cividale non fa mai canestro, tanto che va all’intervallo lungo con un incredibile 0/17 da tre punti (45-34).
Ed è proprio questo dato che spaventa la Carpegna Prosciutto, visto che la squadra di Pillastrini può solo migliorare. Presto detto, tre triple consecutive dei friulani riaprono un match che sembrava in controllo. Ci vuole di nuovo Zanotti per fermare il momento di trance di Cividale. Il lungo prima stoppa Marangon che voleva schiacciare di potenza, poi usa i suoi chili in mezzo all’area abbattendo prima Dell’Agnello, fischiatissimo dal primo minuto , e poi portando con sé fino al ferro il talentuoso, ma leggero, Ferrari. Al 26’ Zanotti diventa il miglior marcatore della partita.
Fondamentali i suoi punti, ma soprattutto la presenza in mezzo all’area anche in difesa che costringe Cividale a girare ancora più al largo (60-50). Se le mani fossero rimaste quelle dei primi venti minuti Pesaro avrebbe già vinto, ma rota e Redivo si ricordano come si segna, coach Pillastrini non ha mai dubitato e li ha lasciati tirare senza problemi, e così a dieci minuti dalla fine è tutto da rifare (64-61).
Serve qualcosa in più per vincere, serve la grinta. E Pesaro ne tira fuori tanta. Energie che forse neppure immaginava di avere che permettono ai giocator idi Leka di sporcare i passaggi, di tenere i contatti, di alzare le braccia quando uno dei gialloblù prova ad avvicinarsi al ferro. Scendono le percentuali, ma Pesaro è bravissima a rispondere a ogni tentativo di rimonta di Cividale, che vuole i due punti per restare attaccata alle prime della classe. Leka, dopo l’ottimo terzo quarto di Zanotti, preferisce la strada sicura e rimette Quirino De Laurentiis.
Vuole equilibrio e posizioni, anche perché a cambiare gli equilibri in campo ci pensa già Petrovic, il lungo che gioca da guardia e che come un piccolo segna una tripla dopo finta e palleggio, il tutto in pochi secondi e centimetri. È di nuovo più dieci, ma soprattutto questo toglie punti di riferimento a Cividale che non può lasciare libero nessun biancorosso. La VL no si scompone, la garra argentina è annullata da quella fiorentina di Bucarelli.