di Raffaele Vitali
PESARO – Ma quindi la Carpegna prosciutto Pesaro sa giocare a basket. Addirittura difendere. Perfino controllare il match.
Tutto questo racconta la vittoria contro Cantù (90-67) tra gli applausi quasi increduli della Vitrifrigo Arena mentre entrano i due ragazzini, Cornis e Stazi. Una partita in cui la VL mostra una difesa più intensa, frutto anche di una scelta tattica di Leka, quella del cambio sistematico in molti momenti del match, soprattutto nei primi quarti, quelli in cui Cantù capisce che la scampagnata sarebbe stata piena di erbe amare.
A questo si aggiunge la voglia di Imbrò e compagni di passarsi la palla, fattore che permette a tutti di segnare e soprattutto di sentirsi protagonista, spesso anche dopo errori grossolani. E poi, c’è la prestazione di Zanotti, nulla di sconvolgente sia chiaro, ma finalmente gioca con determinazione, segna e fa vedere anche un po’ di grinta al rimbalzo. Insomma, tanta VL per una piccola Cantù che non ha nulla dalla ‘stella’ Basile, poco da Moraschini e si deve accontentare delle brevi folate di Piccoli e De Nicolao.
LA PARTITA
Il Moraschini show di inizio primo quarto spaventa la VL Pesaro e il suo coach. Non era previsto un tre su tre dalla lunga distanza. Ma Pesaro sta crescendo, se non altro di testa. E così, tra un cambio e l’altro grazie a un paio di accelerazioni di Ahmad e all’ottimo inizio balistico di Bucarelli resta in partita.
A dire il vero quando Lombardi sbaglia completamente da solo l’appoggio al ferro, il dramma sembra vicino. Cantù però si specchia, come capita alle squadre forti quando giocano contro quelle in difficoltà e anziché scappare via definitivamente, perde un paio di palloni e vede i tiri fino a quel momento entrati, girare sul ferro, la tripla di Riisma è l’emblema. La tripla di Parrillo a rimorchio garantisce a Pesaro il primo vantaggio (20-19).
L’inizio del secondo quarto è aggressivo. Leka ha dato un comando chiaro: cambio sistematico per evitare di prendere ‘bombe’ con l’uomo lontano. Il piano funziona, due forzature e soprattutto ripartenze rapide della Carpegna Prosciutto che esaltano la verve di Ahmad. Poi che Riisma segni da solo per un cambio mal riuscito è accettabile. Nel miglior momento della VL, 34-26, Leka cambia gli equilibri con una serie di cambi che poi non ha il coraggio di portare avanti, come la coppia Zanotti – De Laurentiis in campo insieme. Ma solo per 30 secondi.
E così nuovi cambi e si perdono le marcature a tutto vantaggio di Possamai che con i suoi 212 centimetri passeggia sopra King. È tutto da rifare (34-33 al 17’). Leka ferma tutto e manda in missione Maretto, il soldatino deve continuare ad annullare i piccoli che si trova davanti. E gli riesce benissimo. Tanto che alle ottime penetrazioni di Ahmad, assolutamente immarcabile quando parte in palleggio e non si accontenta di uno stanco tiro, risponde solo Baldi Rossi, il lungo atipico che sarebbe il perfetto avversario per Zanotti, ma il lungo di Pesaro è abulico (45-39).
LA SVOLTA
Il terzo quarto è quello che ogni tifoso di Pesaro sogna: la VL va in fuga. Incredibile, mai successo fino a oggi in campionato. E accade per dieci minuti contro la squadra più forte. Che è arrivata con le pile stanche di Grant Basile, si è parlato troppo di lui e la Nazionale l’ha chiaramente prosciugato, e la voglia confusionaria di McGee di riprendere il controllo del gruppo.
A questo si aggiunge la prova difensiva di Pesaro, che di solito 59 punti li concede in due quarti e invece sono quelli segnati da Cantù dopo 30 minuti. Leka trova più protagonisti, per Brienza invece solo tanto Piccoli. E questo è un limite. Quando Zanotti, sì proprio lui, segna da tre punti, alzando le mani al cielo, poi prende un rimbalzo e l’azione dopo segna dalla media, il miracolo di Natale sembra possibile.
L’ultimo quarto si apre con Pesaro avanti di tredici punti. Gli arbitri ci provano a rimettere in partita Basile regalando una serie di fischi che mandano in lunetta l’americano. Ma come si sa, quando si esagera, poi c’è la giustizia divina e il palone finisce sul ferro. Con quei fischi, però, eliminano un ottimo Maretto, tre falli in trenta secondi è una specie di record.
Dopo aver mostrato un buon basket, soprattutto la Carpegna Prosciutto, le mani sudano e i palloni finiscono spesso in tribuna. Tanto che in tre punti sono anche tre i punti a testa segnati dalle due squadre. Il primo adire basta allo scempio che sa guardando è Brienza, giustamente visto che deve recuperare. Ma non è giornata, quello che nei primi cinque minuti entrava, ora gira sul ferro ed esce.
E così, anche se Pesaro sbaglia tanto, e Imbrò non è tutelato come Basile quando penetra, resta in vantaggio e con King, più reattivo del solito in difesa sui primi passaggi, trova anche un paio di schiacciate liberatorie (79-62) con meno di cinque inuti da giocare. Il resto è per le statistiche, per far sorridere il sindaco Biancani che si conferma portafortuna (due presenze, due vittorie) e per darsi appuntamento a domenica 8, ancora in casa, questa volta contro la Torino di Boniciolli.