PESARO – Questione di dettagli. Anche questo è il basket. Anche questa è Pesaro – Scafati, con i campani che vincono 103-107 dopo un supplementare. Non c’è sempre il dominio. Anzi, anche il dominio può trasformarsi in partita.
Dettaglio è quello che riapre la partita che Pesaro aveva ormai vinto: Bamforth si fa rubare palla sul rimbalzo e fa fallo: Rossato va in lunetta e segna mentre il leader va in panca con cinque falli.
Dettaglio è Logan, impalpabile per tutto il match che poi segna due liberi e anche una tripla mortifera nel supplementare.
Dettaglio, ma in questo caso è anche il fattore, è Pinkins che si è preso Scafati sulle spalle nel rimbalzo con canestro che chiude ogni possibilità di rimonta alla VL (95-100).
Dettaglio è la scelta di Buscaglia di togliere Mazzola per Ford nel momento più importante, dopo che il lungo da solo, e una folata di Tambone, ha recuperato lo svantaggio segnando canestri da ‘pre infortunio’, incluso quello che ha dato il primo vantaggio (73-70).
Dettaglio è dare il pallone della possibile vittoria, dopo un time out a poco più di cinque secondi dalla fine a Totè e non a un piccolo per fagli attaccare il ferro o tirare da fuori.
Dettagli che fanno la differenza tra vincere e perdere dopo un match assurdo, dominato da Scafati per due quarti, ripreso da Pesaro che come una formichina ha iniziato a macinare gioco e canestri. Carpegna Prosciutto che poteva vincere, ma pima Tambone e poi Totè hanno mancato il colpo del ko.
Il primo quarto è stato indegno per il palasport di Pesaro. Ha giocato solo Scafati che ha segnato 34 punti contro i 14 del team Buscaglia. Perfetti in difesa, aspetto su cui in settimana lavora il vice di Pino Sacripanti, il montegranarese Marco Ciarpella abbracciato a fine gara da tutta la famiglia, i campani hanno saputo rendere protagonista ogni giocatore.
Una partita che sembrava già finita, tra bordate di fischi che il pubblico di casa alternava verso Gentile o verso i proprio giocatori. O meglio, verso gli americani. Perché il problema di Pesaro è tutto negli stranieri.
Schilling di nuovo imbarazzante, ma ha anche giocato 3 minuti, Bluiett fuori da ogni gioco, McCallum reattivo solo negli ultimi 15 minuti, Bamforth a corrente alternata a causa dei falli ma almeno gioca a basket. Ma soprattutto Ford, che per la seconda volta offre una prestazione incolore con la gente che si chiede: ma che giocatore è? L’ala grande non ha una posizione in campo, passa azioni a guardare i compagni senza toccare un pallone, prima di finire in panca a congelarsi. È un problema, anche del coach, insieme con il pivot tedesco.
Che Buscaglia lo sappia è evidente, la bocciatura tecnica continua. Messaggi alla società, ma ci sono i soldi per cambiare non una ma due pedine? Sempre che si voglia salvare il play che sa fare solo una cosa: attaccare il ferro. Un paio di giocate buone le ha anche prodotte McCallum, ma non bastano.
Il migliore, come sempre da inizio campionato, è Totè. Segna dalla media, prende rimbalzi, è preciso ai liberi, lotta. Ma se gioca 38’, non puoi chiedergli pure il tiro della vittoria in una giocata alla Magnifico. E invece Buscaglia questo ha prodotto con il suo ultimo time out di fine quarto.
Peccato, erano pesanti questi due punti, pensando al calendario che la prossima settimana spedisce la Carpegna Prosciutto alla corte di re Giorgio Armani. Una partita che lascerà strascichi nelle gambe, nella testa, tanti i fischi verso gli americani (7 punti dai tre lunghi) ma non alla fine verso la squadra. Perché la rimonta, l’essere riusciti a non mollare un match già perso è un segnale di vitalità.
Non può vincere però Pesaro se gioca sempre senza americani, non può vincere se non difende, non può vincere se non trova una alternativa a Bamforth quando gli avversari lo limitano. E qui si parla di Scafati, contender per la salvezza, non di una delle big che può anche pianificare staffette sul tuo uomo migliore.
A Pino Sacripanti, ex applaudito come Robinson, non resta che festeggiare e tirare un lungo sospiro, perché perdere dopo essersi ritrovati sul +20 sarebbe stato inaccettabile per il vulcanico presidente.
Raffaele Vitali