FERMO - Il presidente Simone Mariani ha parlato di un sogno. Ma la verità è che il percorso che porterà a una Confindustria Unica è reale. E soprattutto ben avviato. Cosa lo favorirà? Una serie di combinazioni che Mariani ha saputo intercettare con l’ok di tutta la squadra, ristretta e allargata, dell’associazione che copre le due province del sud, Fermo e Ascoli Piceno. E la velocità, visto che l'obiettivo è chiudere tutto in sei mesi in modo da essere un vero player nella scelta su come usare i miliardi del Recovery Fund destinati alle Marche.
La prima riguarda il nord. La prossima settimana dovrebbe chiudersi la querelle dentro Marche Nord, con il passaggio tra Claudio Schiavoni e Mauro Papalini, il presidente scelto da Pesaro che non piaceva a parte di Ancona. L’intesa permetterà di lavorare serenamente alla unione regionale anticipata dal numero uno di Centro Adriatico.
La seconda è invece per il centro. Macerata, dopo le dimissioni di Domenico Guzzini, irrevocabili e accettate, si è affidata al vice Sauro Grimaldi che condurrà la territoriale fino alle prossime elezioni, che dovrebbero coincidere con quelle per il presidente unico. Guzzini, non è mistero, nelle riunioni avute nei mesi precedenti con gli altri colleghi non si è mai detto contrario alla unione. E quindi, il ‘sogno’ di Mariani di avere tutte le cinque province insieme si avvicina sempre più.
La terza è legata a Fermo. La piccola e combattiva Confindustria, dopo settimane di discussioni, ha trovato una linea comune con Ascoli. La maxi fusione, alla fine, garantirebbe una autonomia locale alle territoriali e quindi anche a Fermo. Che vedrebbe così confermata la sua possibilità di scelta a giugno del suo presidente, che sarà poi uno dei vice di Mariani, dato in pole per la guida di Confindustria unica c’è proprio mister Sabelli. L’operazione va però spiegata bene e con calma nelle prossime settimane per superare i dubbi di una parte dei calzaturieri, sezione chiave del Fermano che teme nell’unione una perdita di ruolo e di peso nell'uso dei fondi.
La base di azione di tutta l’operazione lanciata ieri da Mariani sarebbe lo statuto di Marche Nord che è aperto ed era stato pensato proprio per permettere l’ingresso di ulteriori territoriali e concretizzare quello che oggi è più di un sogno.
r.vit.