BRESCIA – Peccato, Pesaro Perde sbagliando l’ultimo tiro, ma la squadra c’è.
A Brescia Bluiett è caldo. Totè è solido. Schilling è un pulcino muscoloso. Il problema è che spesso in casa Carpegna Prosciutto non si rientra rapidamente in difesa, crogiolandosi per i punti segnati e si finisce per subire canestri banali, basti pensare alle penetrazioni di Petruccelli e Christon.
C’è poi il nodo rimbalzi, tante seconde opportunità per i lombardi, abili a sporcare i palloni, ma soprattutto a prenderli ogni volta che il ferro li sputava fuori, dieci solo in due quarti.
Partita strana quella tra Brescia e Pesaro. Più comprensibile la prestazione dei biancorossi, alla prima vera prova, mentre Brescia già si era rodata in Supercoppa. Per due volte i padroni di casa provano a scappare, ma Pesaro sa risorgere dalle ceneri, vedi il -14 che matura tra fine primo e metà secondo quarto, frutto di un break impietoso.
Ma poi, come una formichina recupera, approfittando del minuto di confusione di Bilan che regala cinque punti agli ospiti (41-39). Restavano però ancora 120 secondi e Brescia li ha usati al meglio allungando di nuovo (51-43).
Pesaro sta palesemente cercando il suo equilibrio, Bamforth è a mezzo servizio, ma la mano è dritta. La tripla che riapre anche il terzo quarto (54-53) porta la firma della stella del gruppo di Buscaglia. Che sveglia anche McCallum, fino a quel momento diligente e silente play. Tanto che Pesaro soprassa, cosa che sembrava incredibile un paio di minuti prima, grazie al lungo italiano che recupera palloni che diventano cioccolatini per il goloso Bluiett (56-61 con venti punti segnati dalla Carpegna Prosciutto in poco più di sei minuti).
Manca il colpo di grazia, per questo Buscaglia rimanda in campo Tambone, che ha alternato palleggi e palle perse a folate che gasano i tifosi arrivati fino a Brescia. È cresciuta la difesa di Pesaro, finalmente. I giocatori sembrano cominciare a dirigere l’anima del loro coach. Ma i rimbalzi non li prendono lo stesso, soprattutto quando in campo c’è Schilling.
Come sempre, finale e inizio quarto sono di marca biancoblu. Pesaro torna sotto, Buscaglia cerca di far entrare in partita Visconti, che ha fatto più falli che tiri, ma il 9 ha fretta e forza da tre punti. Ma siccome lui è il volto della campagna abbonamenti, non può essere timido: l’azione dopo ritira e segna. Ma non è quello che piace a Buscaglia, soprattutto se il ‘giovane’ non si sbuccia le ginocchia in difesa.
Pesaro subisce, quando fa regali. I contropiedi Brescia fin dal primo quarto ha dimostrato di saperli giocare e tranne uno, da palla persa di Tambone, sono sempre frutto di passaggi avventati dei lunghi, vedi Schilling che apre per Massinburg che deve solo fare qualche passo e schiacciare (71-66 al 32’).
Il time out di Buscaglia porta ordine, ma continua il problema dei rimbalzi offensivi, che spesso finiscono nelle mani degli esterni a riprova che il rimbalzo difensivo è un lavoro di squadra e non solo da delegare ai due lunghi. Senza le seconde opportunità, Pesaro sarebbe tranquillamente avanti. Invece con 5 minuti da giocare deve inseguire.
Il leader, Bamforth, ha un sussulto, tripla e soprasso a 4’. Si deve andare avanti così con Brescia che continua a tirare e tirare ancora. ‘Bam bam Bamforth’ avrebbe voluto chiuderla, ma trova il ferro. Brescia non si scompone, Magro ha una panchina molto lunga. In teoria anche Buscaglia, ma quello che hanno reso stasera Visconti e Schilling non gli permettono le rotazioni sperate.
Basti pensare che Totè, commesso il quarto fallo, in panchina ci resta 20 secondi tanto per dare ossigeno al cervello. Serve in campo, serve che difenda l’area e offra una alternativa ai piccoli, su cui Magro ha alzato un muro. Peccato che la rapida mossa del coach non paghi, il lungo è scomposto e fa subito il quinto fallo.
Si abbassa il quintetto, Mazzola diventa il centro con a fianco Ford, e così a Bilan non resta che alzare le braccia per prendersi i rimbalzi e subire fallo. Per fortuna sbaglia quattro liberi consecutivi, altrimenti il discorso si sarebbe chiuso prima.
Manca un minuto, i palloni ormai sono tutti di Bamforth, ma la ruggine post infortunio è ancora tanta e il 2 su sei dalla lunga dice tutto. Nessuno smette di lottare in casa Vl e la stoppata di Mazzola a Burnell a 30secondi dalla fine ne è la prova. Giocata che permette a Ford di andare in lunetta e segna i due liberi che portano Pesaro vanti di uno (78-79) Il time out lo chiama Magro.
La prima di campionato si gioca sulla sirena. Christon è abile nel gioco a due e vola al ferro. Controsorpasso e nuovo time out, questa volta per Buscaglia. Pesaro ha il pallone della vittoria nelle sue mani. Buscaglia l’aveva detto: “Il nostro uomo nelle azioni decisive è Bamforth”. E così è stato, ma la guardia e Pesaro dovranno aspettare la prossima settimana per vincere la prima in campionato.
Raffaele Vitali