di Raffaele Vitali
PESARO – Pace, ambiente, giovani e storia: la cultura a Pesaro ha tante sfaccettature. Matteo Ricci ha fatto centro. Perché è riuscito a fare dell’inaugurazione di Pesaro Capitale della Cultura 2024 un evento regionale. Reso poi nazionale dalla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e dalla diretta Rai.
Ma la vera sfida era far comprendere alle Marche il potenziale di questa vetrina. E i tanti, tantissimi sindaci da ogni angolo dimostrano che c’è riuscito. Basta pensare al Fermano che si è presentato con una folta delegazione di primi cittadini. In cui spiccano anche i due monsignori che il Fermano ha donato alla comunità pesarese, l’arcivescovo di Pesaro-Urbino don Sandro Salvucci e il vescovo di Fano don Andrea Andreozzi.
Organizzazione impeccabile e soprattutto vincente la scelta della Vitrifrigo Arena che ha permesso di coinvolgere 8mila persone, tra cui duemila diligenti studenti. La lunga attesa, un paio d’ore tra l’ingresso nell’arena e l’arrivo di Paolo Bonolis sul palco come conduttore che ha dato il via alle celebrazioni, è stata alleggerita dalle prove della coreografia. E il conduttore ha fatto subito scaldare il pubblico: “Siamo in un palasport, non posso che augurare all’attuale squadra di raggiungere i fasti della Scavolini, quella di Magnifico”.
Le ragazze dell’orchestra Olimpia, 50 donne che arrivano da tutta Europa, salgono sul palco dominato dal grande ledwall con il violino che diventa libro. Inno di Mameli, Inno europeo, La Gazza Ladra e tanto altro. “Ci sono strumenti non abituali per ragazze, come gli ottoni, speriamo che vederle qui sul palco stimoli tante altre a iniziare questo percorso” sottolinea la direttrice Perrotta.
Non facile stare sul palco per 30 minuti senza poter dire quello che avverrà e così Bonolis si muove tra Inter e Juve e una conduzione sullo stile Ciao Darwin non esattamente da capitale della Cultura. Fino a quando non si lancia in un improvvisato ‘Stand by me’ accompagnato dall’orchestra femminile. “Con questa voce dovevo nascere nero, ma per il resto purtroppo no”. Inevitabile la risata da bar sport.
Si scalda la Vitrifrigo, soprattutto i bambini tifano Bonolis, ma il boato vero arriva alle 11,27 quando entra Sergio Mattarella, anticipato di pochi munti dal sindaco Mateo Ricci, dal governatore Francesco Acquaroli e dal ministro Gennaro Sangiuliano. “Per 366 giorni, essendo anno bisestile, Pesaro sarà l’emblema della cultura italiana. Gioacchino Rossini ci dà il ritmo, Luciano Pavarotti ha vissuto questa splendida città”.
Bonolis ricorda che Ricci lo aveva conosciuto al ‘Senso della vita’, “lei è un bel birbante” gli dice strappandogli il sorriso. Ma è anche un modo per dirgli ‘sei capace’. E il sindaco, con un intervento da statista, gli fa caprie che ha pienamente ragione: “La Capitale della Cultura nasce dieci anni fa quando abbiamo proposto ai pesaresi un patto per uscire dalla crisi economica. Chiudevano aziende, cresceva la disoccupazione: abbiamo proposto un modello di sviluppo diverso, in centro sulla manifattura, senza le nostre imprese non avremmo futuro, puntando su bellezza cultura e turismo. Ma se queste 8mila persone sono qui è per il presidente Mattarella, il nostro faro in una fase difficile in cui tiene unita l’Italia”.
Ricci ha un obiettivo chiaro: tenere insieme cultura e sostenibilità. “Il 2023 è stato l’anno più caldo della storia, cosa deve succedere per farci cambiare strada e avere uno sviluppo sostenibile? Questo sarà anche l’anno dedicato alla pace, alle nostre città gemellate di Kharkiv e Rafah. Lo dedicheremo all’Europa ricordandoci che non saremo sovrani nel mondo se l’Europa non si farà stato”.
Dà indicazioni anche economiche: “Non possiamo competere sulla quantità della crescita, ma possiamo diventare leader nella qualità: ambiente, salute, aspettative di vita, superamento delle diseguaglianze e la bellezza che è anche della cura, quella di chi si prende cura dei fragili, degli ultimi”. Tante sfide, un muoversi tra la cultura del fare e della solidarietà.
“Non faremo tutto questo da soli, lo faremo con i sindaci della provincia e lo faremo con altre città italiane che vogliono mettersi a disposizione del sistema paese per essere più competitivo, da Matera a Bergamo. Abbiamo di fronte una sfida nazionale, noi – prosegue Ricci - illustreremo in questo anno la bellezza della provincia italiana. Dobbiamo essere orgogliosi di essere di provincia, sappiamo che dobbiamo correre più degli altri. ma attenzione ragazzi, mai essere provinciali, che significa volare basso, mentre noi dobbiamo dare speranza. L’Italia è fatta di piccoli paesi, ricuciamola l’Italia”.
Tocca poi al presidente Acquaroli: “Per la prima volta questo riconoscimento arriva nelle Marche. Noi siamo una terra che declina la cultura in molteplici modi: Rossini, Raffaello, Bramante e Federico da Montefeltro. E poi uscendo da Pesaro, Leopardi, De Magistris, Lotto e Crivelli. Siamo territori vivaci con segni tangibili che poi le comunità sanno valorizzare. Pensiamo anche a Maria Montessori ed Enrico Mattei. Le Marche devono dire grazie all’amministrazione comunale di Pesaro, la regione è al vostro fianco e vi sosterremo”.
Il palco è anche per Daniele Vimini, l’assessore alla Bellezza: “Pensiamo a centinaia di migliaia di lavoratori della cultura, schiacciati dalla pandemia e oggi fondamentali. Noi andiamo oltre la retorica della ‘cultura come petrolio della nazione’. Noi vogliamo raccontarla nella sostenibilità. E già guariamo al 20233, anno per cui ci siamo candidati con Urbino a Capitale Europea della Cultura. Per questo viaggeremo insieme con i 50 comuni della Provincia che a turno per una settimana saranno capitale con Pesaro”
Per il ministro Sangiuliano c’è anche un ricordo personale con Ricci: “Quattro anni fa ero a Pesaro per intervistare il segretario della Cgil Landini. Al termine, in piena notte, con il sindaco passeggiammo per Pesaro. Mi raccontò la storia, i palazzi, le strade e mi disse: ma tu che sei giornalista, che ne pensi se ci candidassimo a capitale della cultura?’. Risposi sicuro che era una strada giusta. Ma mai avrei pensato dopo quattro anni di ritrovarci qui, con me nel ruolo della Capitale della cultura. Nelle Marche siete capaci di guardare al futuro, senza mai dimenticare di tutelare i luoghi”.
Sangiuliano è rimasto conquistato dall’apertura ai 50 comuni, “che racconta di una città che non ha cercato l’operazione narcisista ma che vede nella Capitale della Cultura un vero motore che unisce e traina tutti, con la forza simbolica della cultura che è un collante di un racconto collettivo di cui Pesaro è il collettore. Sempre ricordando a tutti che la cultura migliora la vita delle persone”.
Prima di Mattarella, torna Bonolis, che mette in mostra la sua capacità memonica e anche culturale. “La conoscenza attraverso la tecnologia sia una strada e non una scorciatoia” è una delle frasi più significative che merita l’applauso anche di Mattarella. Non c’è Liliana Segre, ma ha inviato un messaggio: “Caro Matteo, raggiungo te e tutta la comunità con un augurio per questo grande anno. Devo molto a Pesaro, a cominciare dall’incontro con mio marito Alfredo e dal mio bisnonno. Pesaro è un ecosistema musicale, tutto risuona, un intreccio di memoria e futuro. Ad maiora, città mia”.
La poesia è cultura e Mariangela Gualtieri con un inedito racconta il rapporto tra città e natura, il bisogno di frequentare “la scuola degli alberi, dei pesci, degli uccelli, la scuola internazionale dell’acqua da bere e di mare, dove guardare più spesso il cielo”. L’intensità della poetessa conquista la Vitrifrigo Arena, silente e attenta, vogliosa di capire “come non indurire il proprio cuore” e di “come innamorarci, così la pace viene da sé e rimane”.
Si alternano parole a multimedialità. Come nel video in cui l’arte incontra scienza e tecnologia, grazie al lavoro di un team di artisti insieme con il Cern di Ginevra, che ha generato una mappa del sistema cellulare umano che può servire al mondo della scienza peer portare avanti la diagnosi e di quanto l’arte ci aiuti aa leggere la complessità del presente”. Tremila fogli bianchi vengono alzati e diventano parte della scenografia di questo apocalittico video che lentamente crea un uomo, un mix tra l’avvocato del diavolo e un video di Dardust che mette in mostra la potenza della mente umana.
Alle 1250 è il momento di Mattarella e torna anche la diretta Rai, che alle 1230 era termianta: “La cultura è un lievito che può rigenerare la pace. Parlare di cultura, pensare alla cultura, trasmettere cultura vuol dire alzare lo sguardo per un compito di grande portata. Il video, la poesia della Gualtieri, l’overture dell’orchestra Olimpia: tutto questo è un’anticipazione di quel che accadrà. Le nostre radici vanno preservate nella loro peculiarità. L’Italia ha una sua identità, ma ha radici che insieme definiscono l’immagine del Paese. La cultura libera da ogni ideologia, mai separata dalla vita quotidiana e dai diritti e doveri della costituzione che ci fanno sentire partecipi della comunità nazionale a cui conferiamo vita con le nostre diversità”.
Viene interrotto da tanti applausi il Presidente. Che poi conclude: “Le guerre ci riguardane non solo perché il vento dei morti percorre le distanze in maniera rapida, ma incide sulle nostre esistenze ed economie, sulle nostre coscienze. Ci riguardano perché l’Europa ha scritto la parola pace nella sua identità, l’Europa è tornata a vivere con la pace e nella pace. Non dimentichiamolo”.
Finisce così la cerimonia che è l’inizio di un percorso che porterà migliaia di persone a Pesaro per conoscere il territorio, per ammirare la Marche, per abbeverassi di cultura, per incontrare gli artigiani dell’immaginario, quelli che uniscono il fare alla creatività.