di Raffaele Vitali
Dieci anni dopo Pesaro torna a giocare i playoff. Fa effetto dirlo e scriverlo, ma la Vuelle è di nuovo tra le migliori otto. Jones la certezza, Lamb l’eroe. L’anno scorso ci restò solo nel girone d’andata, quest’anno, dopo un inizio difficilissimo, si è ripresa quello che era parte della sua storia.
Non è stato facile, perché Napoli ha reso duro ogni minuto. Non aveva obiettivi la squadra di coach Buscaglia, ma il palasport pieno di tifosi per festeggiare la salvezza è stato la benzina per un gruppo che nei giorni scorsi ha perso due pedine chiave come Vitali e Lombardi.
Luca Banchi rispolvera Camara ed è la notizia del giorno. il lungo, che non giocava una partita da quattro mesi e alla fine fa tante cose buone. Segna, prende rimbalzi, anche in attacco, e regala assist. Nel giorno in cui Jones è limitato dai falli, e da qualche colpo subito di troppo, è ora per i giallorossi. Anche se in difesa deve riprendere confidenza con gli spazi, vedi canestro facile facile di Zerini per il 61-63 a sette minuti dalla fine.
È stata una partita strana, piena di break e contro break. Napoli scappava, Pesaro ricuciva e poi allunga, senza mai riuscire però a prendere il controllo della parità. Occhi in campo e orecchie alla radio per l’aggiornamento che arriva da Trieste. Perdendo la squadra di Ciani, la Vuelle sarebbe andata comunque ai playoff.
L’ultimo quarto della partita è inguardabile, è evidente che il pallone pesa. In pochi hanno giocato gare decisive nel roster di Pesaro, tolto Delfino che però non è in una delle sue giornate migliori, tanto che a due minuti dalla fine prende pure l’angolo del tabellone.
Gudaitis è immarcabile per i biancorossi, ma anche lui ogni tanto sbaglia. Dopo venti minuti di buon basket e un terzo periodo da battaglia in cui è Camara protagonista, gli ultimi dieci minuti sono ricchi di errori con il solo Jones che non molla mai ed esulta anche quando prende un rimbalzo riempendo di adrenalina i compagni.
A un minuto dalla fine, la tripla di Velicka fa malissimo, anche perché in contemporanea Triste risorgeva recuperando sette punti di svantaggio contro Treviso. Banchi chiama time out, prende la lavagnetta e disegna il gioco che deve portare i suoi ai playoff. Ma qualcosa non funziona, perché per due azioni di fila Moretti palleggia almeno trenta volte e non riesce a produrre nulla di buono. E quindi, supplementare. Con due protagonisti: Sanford per Pesaro e Velicka per Napoli.
Si va così fin all’ultimo pallone che diventa pesantissimo, a Trieste finisce prima: ha vinto la squadra di casa (84-83) e così Pesaro gioca gli ultimi 45 secondi sapendo di dover vincere. Jones lo ha capito bene (81-83), peccato che Tambone si faccia rubare palla, incredibile solo a dirsi, da Zerini che serve Rich per la tripla del contro sorpasso (84-83). Jones va in lunetta, fa 0/2, ma Parks non vuole andare a casa e fa un fallo inutile su Lamb.
La Carpegna Prosciutto Pesaro ha quindi ancora una chance con 16 secondi da giocare e l’americano non la spreca: canestro e vittoria (84-85). Non diventa l’agnello sacrificale, ma il pezzo pregiato del banchetto più atteso: i playoff, da domenica, contro la Virtus Bologna dell’amatissimo Daniel Hackett.