di Raffaele Vitali
MONTEGRANARO – Luca Ceriscioli di nuovo presidente? Il fronte è più largo di quanto si creda. A conferma arrivano anche le parole di Aronne Perugini, esponente di lungo corso del Pd fermano, assessore ai lavori pubblici di Montegranaro ed ex presidente della Provincia di Fermo.
Aronne Perugini, cosa pensa del ‘caso’ Ceriscioli?
“Sbagliato non ricandidarlo prima, assurdo non riprenderlo in considerazione oggi. E non lo dico per il centrosinistra, ma per i marchigiani”.
Cosa la rende così convinto?
“Ha marcato una differenza dal passato come presenza sul territorio”:
L’ha sentito vicino?
“Qualsiasi problema abbiamo posto è stato un interlocutore. Al di là delle cose poi risolte. Lo dico da presidente della provincia e anche da veregrense. In cinque anni a Montegranaro è venuto più di 20 volte, Spacca non lo avevo mai visto”:
La discontinuità per lei è un rischio?
“Senza dubbio. La situazione è complessa, lui ha dimostrato di averla saputa affrontare. Necessario che continui. Sono 25 ani che faccio politica, mai visto mettere in discussione un presidente uscente o qualcuno che ricopre una carica da un mandato”.
Ma lui si è fatto fuori da solo.
“Aveva dato motivazioni politiche, non amministrative, come ho letto anche nel tuo editoriale. Qui oggi è un valore aggiunto, non ha senso fermare il lavoro”.
Solo che il suo partito, il Pd, la pensa diversamente.
“E’ evidente. E per questo Ceriscioli aveva detto prima del Covid che si sarebbe messo da parte. Oggi, però, è assurdo non prendere atto di una realtà mutata. Ci attendono momenti difficili e dobbiamo avere come presidente qualcuno che sappia cosa fare”.
Mangialardi che farà?
“Gran brava persona, va coinvolta. Ma oggi se le remore politiche vengono meno, il presidente deve restare in partita e vincere le elezioni”.
Ma ha fatto errori?
“Ne ha commessi. Ma chi amministra non può che sbagliare. Solo che non possiamo fermarci ai sondaggi, prima c’è la chiarezza sulla persona”.
Perugini, ma è giusto che paghi solo lui?
“Questo è incredibile. Una ipocrisia di fondo. Come si fa a dire ‘abbiamo amministrato bene ma cambiamo il presidente’. O si cambia un progetto o si prosegue. Non possiamo permetterci valutazioni politiche, servono quelle amministrative. E così dire che Ceriscioli e Zaia sono stati i migliori”.
Ma il passato non conta?
“Sul terremoto ha qualche responsabilità, ma molto non dipendeva da lui. Non si poteva giudicare solo su quello, non possiamo valutarlo solo sul Covid. La realtà è che le Marche sono state guidate bene”.
Cosa immagina nel futuro?
“Spero che il Pd e poi tutto il centrosinistra rivalutino l’opportunità di candidarlo. Oggi i sondaggi lo danno vincente, chi ragiona solo con questi numeri non può che cambiare idea. Poi per noi che lo sosteniamo si prosegue con l’idea che ha amministrato bene”.
Cosa c’è dietro la voglia di farlo fuori?
“Qualcuno critica giustamente, poi c’è chi ambisce a ruoli che al momento non ha. In 25 anni ho visto di tutto, ma oggi non si può che cambiare idea sul governatore che è indubbiamente il miglior presidente possibile per portare le Marche fuori dalla crisi sanitaria ed economica. Sono contento che Cesetti abbia aperto la discussione. È tardi? Mancano mesi al voto. E se si ricandidano gli assessori…”.
Si aspettava una posiziona diversa da parte del suo segretario provinciale Fabiano Alessandrini?
“Capisco il dover mantenere gli equilibri, magari poteva riaprire la discussione anche a livello provinciale. Ci vuole coraggio, l’unità è un valore, ma una discussione franca sarebbe dovuta fare, ancora di più dopo il Covid. Qualunque persona lucida sa che serve continuità di gestione. Ceriscioli non creerà problemi, a prescindere, ma una riflessione ulteriore è necessaria, non si può fare finta che il problema di una scelta non esista”.