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Pensieri etici e civili, il peso delle parole

22 Aprile 2024

*Sono troppe le parole che vengono usate con leggerezza.  Non è solo questione, per stare all’attualità, di antifascismo o aborto, temini che dovrebbero unire e che invece continuano a dividere, c’è anche quello che si dice sul posto di lavoro.

Una parola può cambiare non tanto una giornata, ma la vita di una persona ancora di più se donna. Le parole infatti, come ha ricordato durante un interessante incontro sul giornalismo costruttivo l’imprenditrice e giornalista Sara Pagnanelli, hanno un impatto sulle nostre emozioni. E le emozioni producono azioni.

Troppo spesso si dimentica che il lavoro vive sull’interrelazione e in questo la parola ha un ruolo decisivo. La selezione del personale nasce da un colloquio, non basta il curriculum. Proprio perché diventa necessario cogliere la capacità dell’altro di interagire. Ma ancora, e troppe volte, quel colloquio diventa una indagine su altro che non siano competenze e capacità relazionali.

Pagnanelli ha ricordato come ancora le donne vadano in difficoltà nel dire ‘sono incinta’. In media durante il dialogo, mentre parlano con sicurezza della mansione, di quello che fanno, poi si fermano e inseriscono un ‘ma’ prima di dire che aspettano un figlio. È il timore della reazione di chi si ha davanti, di quel ‘ma non va bene, e ora quando lavori?’ che devasta la futura mamma. E con lei le altre donne dell’ufficio che magari un pensiero alla maternità lo farebbero.

Questa è la prima rivoluzione per un welfare state degno del suo nome. Seguito poi alla conciliazione dei tempi vita-lavoro. Se una imprenditore come Santoni a Montegiorgio fa notizia perché permette alle madri di arrivare 15 minuti in ritardo  per poter accompagnare i figli all’asilo, tempo che si recupera poi nella giornata, significa che il sistema è ancora da educare.

Dietro quel ‘ma’, quell’uso di una parola c’è quindi la sfida da vincere per la politica, per l’economia, per la comunità. Se non si riesce a togliere il peso a due lettere, figuriamoci a temi importanti come la libertà di poterla interrompere una gravidanza, e chi ne parla a sproposito probabilmente non compre de il dolore che c’è dietro la scelta, o di difendere un valore della Costituzione come l’antifascismo, spacciando per libertà di parola il sostenere che non sia alla base della nostra libertà. Quando è proprio il fondamento della nostra democrazia: ‘nostra’ appunto, senza colore e senza partito.

*Raffaele Vitali, direttore www.laprovinciadifermo.com

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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