FERMO - L’obiettivo è ambizioso: ricompattare tutto il mondo che ha radici nella Sinistra a Fermo in vista delle elezioni communali del 20 settembre. Ma come ogni obiettivo ambizioso il percorso per raggiungerlo è molto complesso.
Il primo problema è trovare un punto d’incontro tra Pd, anime civiche e Sinistra Italiana. Verrebbe da dire tra Buondonno e Rossi e il mondo che oggi fa capo a Paolo Nicolai. In mezzo Articolo 1, favorevole al percorso, e alcune figure di riferimento da recuperare, come la consigliera uscente Sonia Marrozzini.
La mossa vincente sembrava essere stata fatta: Renzo Interlenghi. Un nome che nell’immaginario collettivo da solo avrebbe dovuto compattare tutti. Perché esponente dei Comunisti Italiani, ma soprattutto perché vera figura di garanzia e indipendenza dalle diverse anime della possibile coalizione. Ma neppure l’avvocato, che guida la San Giorgio Distribuzione a Porto San Giorgio, per ora è riuscito nel miracolo.
Forse prima bisogna attendere la chiusura dell’iter della riforma della legge elettorale proprio oggi in discussione in Regione. che vede la Sinistra, in questo caso guidata dal candidato Roberto Mancini, agguerrita avversaria di una norma che andrebbe, di fatto, a escludere dal prossimo Consiglio i candidati presidente che non guidano le due liste principali. Una battaglia che ha riportato anche i 5 Stelle in strada insieme a Buondonno e company contro il Pd e l’attuale maggioranza di Ceriscioli.
A Fermo però la battaglia è differente. Interlenghi è il nome che potrebbe quantomeno dare fastidio al sindaco uscente Paolo Calcinaro, perché figura di peso nel capoluogo. Tra l’altro, se Interlenghi sarà, si aprirà una sfida a colpi di codici, visto che sono tutti avvocati i nomi sul tavolo, includendo il non ancora ufficiale avvocato Emiliani per la coalizione di centrodestra, destinata a presentarsi, come richiesto dal consigliere Tulli, nonostante gli sforzi del coordinatore provinciale della Lega, Mauro Lucentini, di salire sul pullman di Calcinaro.
Raffaele Vitali