di Raffaele Vitali
PORTO SAN GIORGIO – Situazione quasi surreale a Porto San Giorgio. La città dei rinvii e delle incompiute si conferma tale anche a livello politico. Se non bastassero i tanti ex sparsi lungo le vie fermi da anni, dal Silos all’Excelsior passando per i ruderi del borgo, si aggiunge l’ex maggioranza a fare rumore. Addirittura si parla di chiudere l’amministrazione in anticipo, sarebbe l’epilogo più ridicolo, l’emblema della politica egoista che pensa alla poltrona e non alla città e che per questo meriterebbe a maggio di essere spazzata via dagli elettori.
Leggere che il sindaco Nicola Loira a fronte di uscite sui giornali, post su facebook e azioni eclatanti come quella di Vesprini ancora non abbia riunito la sua maggioranza in maniera ufficiale fa effetto. Come lo fa pensare che la sua forza politica principale, il Partito Democratico, abbia perso la voce o peggio ne abbia sempre più di diverse.
Da tempo tutto quello in cui si muove il centrosinistra sembra destinato a franare. Ha aperto le danze Sant’Elpidio a Mare con Alessio Terrenzi che ha messo più di una mina lungo la strada di Fabiano Alessandrini, il segretario provinciale dei Dem e candidato sindaco a parole di una coalizione che non c’è più.
Poi è arrivato Porto Sant’Elpidio, con un rimpasto che ha incrinato proprio il Pd, che è pur sempre il partito del sindaco Franchellucci. E ora Porto San Giorgio, con Loira che non ha mai scelto il suo successore e così facendo ha permesso a ogni soggetto con ambizione di cominciare a ritagliarsi spazio. Magari credendo che più corrono e più si va lontano, ma in realtà qui ognuno corre per sé e l’unica certezza è che la coalizione ha perso la sua parte moderata di centrodestra rappresentata dall’ex assessore Valerio Vesprini.
Tutto questo avviene nella caciara pubblica e nel silenzio istituzionale. E ora si va al voto a Montegranaro, comune non da poco che tra un mese sceglierà il nuovo sindaco dopo un lungo commissariamento. Il centrosinistra già parte indietro, vista la forza politica del centrodestra che può contare anche sull’onorevole made in Montegranaro, e con queste divisioni territoriali non fa altro che dimostrare la sua attuale incapacità di confronto e dialogo interno e quindi con le città che guida.
Come se non bastasse, a breve si voterà anche per la Provincia e in queste condizioni, con maggioranze palesemente spaccate al proprio interno, diventa anche impensabile il calcolo dei voti e quindi la sicurezza di poter confermare una figura di area. E allora, se ci fosse visione strategica, si farebbe quello accaduto in altri territori dove alla Provincia è stato dato un ruolo di unione tra le forze, considerando che l’80% dei comuni sono guidati da civici senza tessera. Quindi, lista unica. Ma anche per fare questo serve qualcuno che guidi.
Il centrodestra così ha tutto il tempo di organizzarsi. A Montegranaro lo ha fatto alla perfezione ricompattando ogni anima, starà poi al candidato Ubaldi amalgamarle. A Porto San Giorgio a destra c’è ancora confusione, ma visti i regali che Pd e compagni non ha neppure fretta, ma se sarà Fdi o Lega a scegliere il candidato non sarebbe un dettaglio, ma vista la figuraccia che fa la maggioranza nessuno se ne accorge.