di Raffaele Vitali
MONTE URANO – Da un lato la paura, dall’altro la speranza. Da un lato 80 dipendenti senza futuro, dall’altro 65 in attesa di conoscere il percorso di reintegro. Da un lato il caso Toolk, dall’altro quello della Melania.
Due storie diverse, unite solo dalla crisi che le ha colpite negli ultimi anni. Solo che una, Melania, ha una strada di uscita definita, l’altra invece è finita nel pantano dei cavilli e delle scorciatoie. Ma per i lavoratori ci sono i sindacati che lottano furi dai cancelli (oggi ha manifestato la Cgil davanti alla Toolk insieme con i sindaci Canigola e Calcinaro, ndr) e in ogni stanza, con in testa la Femca Cisl del segretario Cristiano Fiori.
QUI TOOLK
“Abbiamo messo tutto in mano agli uffici legali”. Ogni approccio, approfondimento e passaggio inclusi gli esposti in procura, è stato fatto per tutelare i dipendenti. “Vedete – spiega Fiori - oggi dobbiamo dialogare con l’America e tutto è più complicato, ma vogliamo recuperare il più possibile”. Al momento per i dipendenti c’è la disoccupazione. “Tutto è in bilico, siamo di fronte a un vulnus normativo, con l’azienda che ha spostato la regione sociale nel Delaware, paese natale di Joe Biden”.
Ad esempio, manca un modello che l’azienda dovrebbe fornire per ottenere la cassa integrazione inerente luglio e i primi giorni di agosto. “Se verrà meno questo tipo di azione, sarebbe intaccato il calcolo della disoccupazione, oltre al fatto che i dipendenti perderebbero ferie, permessi, tredicesima e assegni familiari, mancando il decreto di fallimento”.
Quindi in questo momento cosa fare? "A livello legale stiamo supportando i dipendenti, per non mettere a rischio anche il Tfr. La strada è delineata”.
QUI MELANIA
Le notizie sono positive. “Dopo l’acquisizione da parte della ‘D’Amico Group Holding’ abbiamo avuto un primo approccio conoscitivo con la nuova proprietà. Stiamo aspettando il secondo passaggio, monitoriamo la situazione” prosegue Fiori. Che ammette: “Nel periodo 2008-2012 avrei festeggiato. Gli ultimi anni aumentano la diffidenza verso chi acquista, ma voglio essere fiducioso”.
Una 65ina i dipendenti coinvolti, oggi in cassa integrazione Covid. “È funzionale al mantenimento del sostegno al reddito. Parliamo di un’azienda che già aveva difficoltà. La cassa garantisce ai nuovi proprietari di riorganizzarsi e ripartire. Quello che ci attendiamo – conclude Fiori – è di conoscere il piano industriale entro il periodo natalizio. Per ora sappiamo che hanno l’idea di garantire l’occupazione, ma servono atti chiari”.