Le cifre, più ancora delle parole, cambiano significato in base al loro utilizzo, in base al modo in cui vengono presentate.
Se parlo di tre nuovi casi di positivi al Coronavirus posso dare un senso di insicurezza e paura. Ma se i tre casi sono su 1100 tamponi effettuati, faccio emergere la presenza del virus ma anche la sua debolezza. Il che significa continuare con i buoni comportamenti ma non restare chiusi in casa.
Se parlo di calo del 30% dell’export nei primi quattro mesi dell’anno, fotografo una situazione di difficoltà, ma non drammatica. Se parlo di calo del 40% del fatturato dopo un 2019 dove il calo è stato del 30% do la reale fotografia della situazione economica del distretto economico.
Se parlo di Francesco Acquaroli avanti di 8 punti percentuali in vista del voto regionale o di Maurizio Mangialardi che insegue a 4 punti, in base a chi dà i dati, posso far capire molto ma non tutto. Perché poi c’è il dato chiave: numeri basati su mille telefonate, a dire tanto, e non su 300mila come i possibili elettori.
Se parlo di boom di presenze sui Sibillini a fronte di un calo di turisti al mare, non posso poi omettere che i posti letto sono per il 90% sulla costa e quindi un calo sul lato Adriatico significa davvero tracollo del settore, nonostante il sorriso di chi vende prodotti tipici a due passi dal Vettore.
Questo per far comprendere che in questa strana estate in cui i numeri dominano la scena, non basta accontentarsi alla prima cifra. Meglio andare oltre, scendere di una riga e aggiungere una cifra. Un po’ come quando si ascolta il politico di turno tra belle parole, promesse e qualche certezza.
La soluzione è sempre una: pensare, cercare, verificare senza accontentarsi del post sui social dell’amico, che sarà anche intelligente, ma come tutti ha idee e ama vederle confermate in quel che legge.