FERMO – Giornata fredda per l’addio a Maria Teresa Mircoli. Un funerale che ricalca in tutto e per tutto la vita della battagliera sindaca. Che però, per tutti, è l’insegnante diventata ispettrice. Una donna che ha diviso, come capita spesso a chi ha polso, a chi ricopre ruoli di responsabilità. E così, anche al funerale, mentre i due figli, al fianco del padre e del nipotino, non distoglievano mai lo sguardo da quella bara che troppo presto ha accolto la loro madre, non sono mancate le scintille.
Non capita spesso di vedere tanti interventi al termine di una cerimonia. Parole di stima e ammirazione, ma anche una resa dei conti dentro il mondo della scuola con accuse di assenza e difese di chi, come la dirigente, c’era e ha voluto dire grazie a nome dell’istituto Pagani di Monterubbiano “dei docenti e dei bambini che la sindaca tanto amava” .
La vita della 75enne monterubbianese amante di Fermo l’ha riassunta don Giordano Trapasso con una parola: passione. Che ha declinato in tre livelli: “Maria Teresa metteva passione nel suo ruolo di sposa e madre; passione come educatrice delle nuove generazioni; passione per il bene comune”.
Tre ambiti per un unico e continuo “dedicare la vita agli altri” come ha ricordato Silvia Moreschini, sua ex vice, che ha parlato per ultima con la voce piena di lacrime. Sincere, vere, sentite da parte di chi alla Mircoli deve la sua crescita amministrativa.
E sincera è stata Mery Marziali, che della Mircoli ha preso il posto a Monterubbiano. Due figure diverse, ma due donne forti. “La ricorderemo, nei prossimi mesi decideremo come ne valorizzeremo la presenza. Oggi, che ho preso il suo posto, comprendo moto meglio molte sue parole” ammette candidamente.
La chiesa di San Domenico è calda, ci sono anche il sindaco Paolo Calcinaro, la sindaca di Monte Urano Moira Canigola e il suo predecessore Francesco Giacinti, che della Mircoli è stato alunno, gli interventi finali hanno fatto sembrare la Mircoli ancora al suo posto, dentro la sala del consiglio comunale o in cattedra. E lei, ascoltando, avrà apprezzato.
Perché se ne va come ha vissuto: con energia, con caparbietà, con convinzione, con capacità di affrontare anche gli scontri più duri. “Cara ispettrice, bella persona, custode preziosa di nostri segreti, generosa e altruista: nessuno saprà mai cancellare il tuo ricordo”.
r.vit.