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Partorire senza dolore, al Murri ora si può. "Una donna su tre sceglie l'analgesia. Fermo investe in formazione, calano i cesarei"

18 Luglio 2024

di Raffaele Vitali

FERMO – Due primari, Cola e Scartozzi, un unico progetto che ha il supporto della direzione dell’Ast, in particolare della direttrice sanitaria Elisa Draghi, e che mira a rendere il parto senza dolore una certezza dell’ospedale Murri di Fermo.

“Il parto in analgesia (epidurale) è un segno di civiltà. Era atteso da anni, ora grazie ai due direttori di Ginecologia e Anestesia e Rianimazione, con i loro staff, è possibile approcciarsi in maniera innovativa al parto anche a Fermo” sottolinea Roberto Grinta.

Che come sempre parte dai numeri: “I parti cesarei raggiungono il 20%, come stabilito dagli indicatori di Agenas”. E questo considerando i 605 parti nel 2023. “Poter partorire con l’anestesista ha comportato un aggravio di lavoro, ma questo permette alla donna di affrontare al meglio un momento chiave. Un percorso virtuoso che prevede una collaborazione molto forte tra i due reparti”.

Per Scartozzi, primario di Ginecologia, è un salto di qualità: “Ero scettico, venivo da un’esperienza di tanti anni fa. Oggi è  cambiato tutto, nuova tecnica e un servizio efficace. Sono molto felice, sono aumentati i numeri dei parti e questa nuova tecnica ha cambiato anche l’assistenza al parto, riducendo la schematicità. La donna è più tranquilla, la presenza dell’anestesista aumenta l’armonia, siamo di fronte a un’ostetricia più serena e questo balza agli occhi. Non a caso si sono ridotti i cesari” aggiunge Scartozzi che definisce gli anestesisti ‘i miei angeli custodi’.

Dietro c’è un grande lavoro di formazione. “Parliamo di un Lea, quindi dovevamo arrivare all’assistenza della donna è un servizio essenziale. Non esistendo il rischio zero, dobbiamo tendere a renderlo il più basso possibile. E questo lo facciamo grazie alla grande preparazione del personale, che è molto coinvolto emotivamente dovendo relazionarsi con una donna e un bambino che sta per nascere” riprende la Cola.

È dal 2017, da quando la Cola è primaria, che è stato fatto il primo corso di formazione, con un grande investimento dell’Area Vasta, sulle emergenze in sala parto. “Abbiamo una sala operatoria interventiva in sala parto che è un gioiello che rende sereno un momento che tale deve restare”.

Ma in cosa consiste il parto in analgesia? “Parliamo di una tecnica di anestesia periferica, dove passa l’innervazione dell’utero. È simile alla tecnica anestetica, ma qui il dosaggio è basso, ecco perché analgesica. Non va a impattare sulla spinta e la contrazione, ma agendo sulle fibre sensitive permette il rilassamento della donna togliendo il dolore e permettendo manovre ulteriori alle ostetriche per riposizionare il bambino. E questo non sarebbe possibile se il dolore non fosse ridotto. Ed ecco che così viene meno la richiesta di  parto cesareo dopo ore di travaglio” aggiunge la Cola.

Il Murri è così entrato in un percorso regionale. La dottoressa Botticelli è la responsabile di questo nuovo servizio che la Regione ha preso a esempio, anche grazie ai continui controlli della  dottoressa draghi per ridurre il rischio clinico. “Una procedura lunga anche dal punto di vista amministrativo oggi arrivata a compimento, con numeri importanti. Il servizio è partito a marzo 2024 con un ambulatorio di analgesia in cui si tiene la conferenza pre parto, che informa le gestanti e i compagni, seguita da una visita con compilazione della cartella. La donna così arriva informata e potrà decidere se avvalersi dell’analgesia. Ovviamente – spiega la Botticelli - se ci sono le condizioni”.

Dopo la 36esima settimana la visita per la parte analgesia, chiamando il front office ostetrico. Tutte le donne hanno diritto all’accesso, dopo la visita di routine. “Abbiamo il mediatore culturale, tante donne straniere hanno scelto di farlo. Statisticamente una dona su tre accede, si arriva in alcuni posti anche al 60%”.

Su una novantina di pazienti, da marzo a oggi, sono stati 29 i parti con anestesista. “Con grande soddisfazione anche per gli anestesisti che vivono così un momento unico che genera vita”. Cresce quindi il servizio, dovrebbe crescere il personale “ma non è facile perché il privato attira più del pubblico. Invece, gli anestesisti dovrebbero capire che qui c’è passione, c’è emozione e solo per questo dovrebbero sceglierci” ribadisce la Cola che con più personale potrebbe garantire continuità a questo tipo di parti anche di notte e nel we. Al termine di un parto, vengono poi somministrati dei questionari anonimi di gradimento alle donne, che esprimono i giudizi.

Al momento sono tutti giudizi eccellenti. “Un premio al lavoro di equipe tra ginecologo, ostetrica e anestesista. Prosegue il percorso di umanizzazione delle cure, partito con la rianimazione a porte aperte, consolidato con la possibilità di ingresso del secondo genitore in sala operatoria nel cesareo programmato. Quindi anche il familiare diventa un perno dell’azione medica” concludono i due primari del Murri che ringraziano i rispettivi caposala: Lucia Ercoli, Monia Vergari e Claudio Carosi.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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