*L’aria si era fatta improvvisamente fredda, il cielo uggioso minacciava pioggia, tutto faceva pensare che, potendo, le persone sarebbero rimaste a casa. Ma non a Casette d’Ete, piccola frazione del comune di Sant’Elpidio a Mare nel Fermano. Perché è da qui, da una laboriosa realtà, che partono le Trasform-azioni.
Un percorso che va avanti da tre anni e che sta, parola dopo parola, ridando ai giovani la voglia di ascoltare. Ed è per questo che in un freddo venerdì sera di metà settembre 350 persone, ma sarebbe giusto dire 350 giovani, si sono fermate per due ore, staccando mani e occhi dai proprio cellulari, solo per ascoltare.
Certo, il fatto che il microfono fosse in mano al più bravo podcaster italiano, Pablo Trincia, ha agevolato il tutto, ma è il senso di un percorso che va analizzato, è il ritorno alla parola, all’attenzione, alla voglia di capire da chi ne sa di più. Ma capire cosa?
Trincia a Casette d’Ete non ha spiegato il caso Claps, non ha chiarito le dinamiche della Concordia, non ha fatto un sunto del suo veleno e dei diavoli della bassa modenese, Trincia ha spiegato un metodo, ha spiegato cosa significa la parola qualità. Che è sempre più svuotata.
Ha spiegato il senso di un lavoro, quello del giornalista diventato produttore per non dire sceneggiatore, che ha saputo aggiungere pezzo pezzo qualcosa alla sua professione. Trincia, in due intense ore agevolare dal collega ‘local’ Braconi, ha insegnato più che informato. Ha reso tangibile quello che i vertici del centro giovanile finanziato dalla famiglia Della Valle perseguono ogni giorno, studiando strategie innovative e soprattutto coinvolgenti.
La chiosa finale di Giulia Ciarapica, direttrice artistica del festival e scrittrice, è il sunto di una serata da ricordare e di un progetto da rafforzare: studiate, informatevi, leggete. Ma soprattutto, come insegna Trincia, ricordate che “tutto è una storia, ma per raccontarla servono tanto lavoro, impegno, passione. Serve qualità”.
*direttore www.laprovinciadifermo.com