Una eredità non facile quella del cardinal Gualtiero Bassetti. Ma Papa Francesco ha le idee chiare su come arrivare alla scelta del nuovo presidente della Conferenza episcopale italiana.
La prima mossa tocca le Marche. Il Papa, accettando la rinuncia del precedente vescovo Vincenzo Apicella per raggiunti limiti di età, ha nominato nuovo vescovo della Diocesi suburbicaria di Velletri-Segni (Roma) monsignor Stefano Russo, finora vescovo emerito di Fabriano-Matelica e segretario generale della Cei.
Dopo tre anni e mezzo, quindi, il vescovo originario di Ascoli Piceno, alle spalle una laurea in Architettura all'Università di Pescara, lascia quindi l'incarico di numero due della Cei. E questo a meno di tre settimane dall'assemblea generale dei vescovi italiani, in programma dal 23 al 27 maggio, che dovrà votare la «terna» da cui papa Francesco estrarrà il nome del successore del cardinale presidente Gualtiero Bassetti: il quale, oltre ad aver compiuto 80 anni esattamente un mese fa, vedrà scadere il prossimo 24 maggio il suo mandato quinquennale alla presidenza dell'episcopato nazionale.
Si entra così nel vivo anche del classico toto-nomi, anche se nel panorama delle diocesi della penisola ci sono nomi che già emergono come candidature autorevoli. I vescovi di cui si parla sono sicuramente il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, 66 anni, esponente di primo piano della Comunità di Sant'Egidio e particolarmente in sintonia col pontificato di Bergoglio.
Quindi l'altro cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle Val d'Elsa-Montalcino, 57 anni, anch'egli come Zuppi ex ausiliare di Roma e attivo sui temi dell'accoglienza e dell'integrazione. Poi l'arcivescovo-abate di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi monsignor Erio Castellucci, 61 anni, attuale vice presidente della Cei per l'Italia Settentrionale. Ma un nome in forte crescita, sicuramente nel cuore di Bergoglio, è quello dell'arcivescovo di Napoli mons. Domenico Battaglia, 59 anni, per tutti «don Mimmo», già prete di strada in Calabria, vicinissimo agli ultimi e ai diseredati.
Papa Francesco vuole una guida celere, non certo soddisfatto della lentezza con cui la Cei si adegua alle sue indicazioni e innovazioni. Parlando di questo cambio al Corriere della Sera, Bergoglio ha delineato un identikit: “Cerco di trovarne uno che voglia fare un bel cambiamento. Preferisco che sia un cardinale, che sia autorevole. E che abbia la possibilità di scegliere il segretario, che possa dire: voglio lavorare con questa persona”.
Nel mentre, prosegue anche la riorganizzazione territoriale: sotto Luciano Paolucci Bedini ha riunito le due diocesi di Gubbio e Città di Castello. Il Pontefice ha posto un altro tassello in quell'invocato «taglio» delle sedi episcopali cui la Cei non ha invece finora messo mano. prossimi step, a detta di molti, è l’unione di Urbino con Pesaro, appena affidata all’arcivescovo Sandro Salvucci, il don amato da Montegranaro.
@raffaelevitali