di Chiara Fermani
MONTELEONE DI FERMO - Un gioco di parole per dare nome e vita a un piccolo locale nel cuore di Monteleone di Fermo, un borgo con poco meno di 400 abitanti. Un nome, Vicolo Cielo, che solo a pronunciarlo sembra di respirare a pieni polmoni, un nome che sa di bellezza e di speranza.
A Monteleone, Gianni e la sua famiglia ci vivono e sempre qui hanno coltivato il sogno di dare nuova vita a un vecchio locale comunale, trasformandolo in un burger bar dove assaporare le Marche, non solo con il gusto ma anche con gli occhi.
Intimo e curato nei minimi dettagli, con poco più di venti posti all'interno e quindici all'esterno, Vicolo Cielo apre le sue porte ai clienti, per il momento solo all'esterno, dopo il rodaggio con l'asporto che ha già conquistato il palato di molti.
Se vi piacciono i posti che hanno un'anima, Vicolo Cielo vi conquisterà. Ma se questo non vi basta, ecco le parole di colui che l'ha sognato, pensato e dato vita, Gianni Mancini.
Mancini, come e quando nasce l'idea di Vicolo Cielo?
“Quello di avere un locale era uno dei miei sogni nel cassetto, anche se era così grande che più che un cassetto era diventato un armadio. Per ventisette anni ho fatto tutt'altro, ma ho sempre coltivato questa passione seguendo dei corsi da sommelier, da barman, preparando il terreno per quando si sarebbe presentata l'occasione e finalmente è arrivata. Il Comune ha ristrutturato questo piccolo spazio abbandonato con uno splendido terrazzo che si affaccia sui Sibillini e appena è uscito il bando ho detto ora o mai più”.
Una doppia scommessa quella di aprire un locale in un piccolo paese, per giunta in un periodo come questo. Dove ha trovato la motivazione?
“Sono fermamente convinto della bellezza del posto dove sono nato e cresciuto, un territorio che troppo spesso viene sottovalutato per far posto a località più blasonate. La mia missione dunque non è solo quella della ristorazione, ma è anche quella di far conoscere le Marche e il Fermano, partendo dagli occhi, da uno dei panorami più belli che si possano ammirare da Monteleone, per arrivare al gusto”.
Territorio che non ha sottovalutato neanche nella scelta dei prodotti è così?
“Io ho puntato tutto sulla territorialità scegliendo solo prodotti marchigiani, sani e di qualità. Ho intessuto rapporti con piccolissimi fornitori, piccole cantine poco conosciute e non commerciali, micro birrifici a distribuzione autonoma. Lo stesso per il cibo, scelgo personalmente carni, formaggi e verdure locali, cercando il meglio da ciascun produttore, questo è il valore aggiunto che voglio dare ai miei clienti”.
Il nome ha un qualcosa di poetico, è un gioco di parole o nasce davvero dal fatto che il locale si trova in un vicolo?
“Assolutamente vero, sembra pensato a tavolino perché nasconde un gioco di parole, ma è venuto spontaneo, il vicolo era cieco ma è stato aperto grazie a questa ristrutturazione per poter accedere al terrazzo e vedere il cielo, da lì Vicolo Cielo era la scelta più naturale che si potesse fare”.
Il design del locale l'ha curato personalmente?
“Anche qui non mi sono affidato a qualcuno che doveva interpretare il mio gusto, ma ho fatto tutto da me, molte delle cose sono riciclate e auto prodotte, vecchie sedie, bancali che diventano tavoli, ci ho lavorato per più di un anno”.
Il locale apre oggi (30 aprile) al pubblico per via delle precedenti restrizioni, ma nasce ufficialmente in un giorno non casuale giusto?
“Mi ero prefissato di aprire il 21 marzo e ufficialmente così è stato. Ho scelto il primo giorno di primavera, un giorno che simboleggia la rinascita e Vicolo Cielo lo è, la rinascita di un vecchio locale, quella di un territorio e anche personale. Poi, per ogni informazione, basta un click prima di venirci a trovare, sul sito trovate tutto, dal menù a come prenotare”.
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