di Raffaele Vitali
Quando nel 2017 ha portato a termine l’operazione di acquisizione, Maurizio Vecchiola era felice. Non aveva semplicemente aggiunto un tassello alla Finproject, l’aveva arricchita con un’azienda che nel settore era leader indiscussa da 46 anni. Oggi, la Padanaplast, fondata a Roccabianca il 5 maggio del 1971 da Carlo Avanzini, spegne 50 candeline. Come fatto dalla stessa Finproject nel 2015.
Il connubio è stato subito vincente. L’azienda emiliana portava con sé il suo know how, che ha radici profonde visto che è stata una delle prime aziende al mondo a produrre materiali plastici innovativi a base poliolefinica per il settore dei cavi e tubi.
L’ingresso in Finproject per la Padanaplast è stata una nuova sfida, considerando che i 16 anni precedenti li aveva passati con la multinazionale Solvay. Entrare in Finproject, che era già con la testa dentro il piano che poi l’ha portata ad aprire le porte all’Eni, attraverso Versalis, per la Padanaplast ha aumentato la predisposizione alla ricerca e all’innovazione.
Il Gruppo Finproject ha il suo core business nelle Marche, ma una ramificazione in tutto il mondo grazie a 11 impianti di produzione e ricerca in vari paesi (5 in Italia, Romania, India, Cina, Vietnam, Canada, Messico,) e due uffici di rappresentanza (Brasile e Turchia).
Il team interno della Padanaplast in 50 anni non ha mai perso di vista l’obiettivo: studiare prodotti sempre più competitivi e innovativi, sviluppando nuovi materiali “con l’obiettivo di aiutare la transizione energetica in atto con particolare riferimento ai settori e-mobilty e delle energie rinnovabili” spiega l’azienda.
Sono 130 i dipendenti dello stabilimento in provincia di Parma. “Con l’ingresso di Eni Versalis nel luglio del 2021, è cambiato il mind-set aziendale che riguarda ogni area e non il semplice dipartimento. Innovazione che tocca il prodotto ma anche i processi produttivi, al fine di poter offrire alla clientela finale nuove soluzioni nel rispetto della sostenibilità ambientale e contribuendo a creare un polo di eccellenza delle materie plastiche tutto italiano”.
Il mercato anche in tempo di pandemia non si è mai fermato, tolta la fetta legata al fashion. I compound reticolabili, del resto, sono la soluzione ideale per molti settori, perché in grado di resistere ad un’ampia gamma di temperature di utilizzo finale, oltre a vantare forte resistenza chimica e prestazioni durature in condizioni difficili.
Tanti i prodotti che escono dal mondo Padanaplast che poi vanno ad aggiungersi aa tutta la linea Xl-Extralight di casa Finproject, il gruppo di proprietà della famiglia Vecchiola, 60% delle quote, e dell’Eni con Versalis, 40%.
Ogni compound prodotto, in base alla tipologia, prende poi una strada: prodotti ultraleggeri per i più importanti marchi del settore calzaturiero, materiali per l’industria dell’idromassaggio, della sicurezza, dell’automotive e dell’arredamento.
@raffaelevitali