PORTO SANT’ELPIDIO – Chiarezza. Questa fa con un lungo post sulla propria pagina Facebook il Laboratorio Civico. Il movimento che ormai cinque anni fa portò una ventata di novità nella politica elpidiense, facendo tremare centrosinistra e centrodestra con il suo candidato Alessandro Felicioni, non vuole perdere la propria identità.
“Ci rimettiamo in gioco, siamo l’approdo sicuro per tutti i cittadini e i movimenti civici interessati a partecipare alla buona amministrazione della città, al di là dell’appartenenza o della militanza partitica personale”.
Che significa questo è presto detto. “Il consolidamento di un polo civico a Porto Sant’Elpidio è il prossimo e definitivo passo. Il Laboratorio Civico, nato dall’esperienza di pochi amici, coinvolti e convinti dal sottoscritto a un’avventura folle e del tutto illogica, è ora un movimento autonomo, che tutti i protagonisti della vita politica e (cosa ben più importante) tutti i cittadini riconoscono come interlocutore con pari dignità di ciascuna forza partitica in campo” precisa Alessandro Felicioni, che non ha alcuna intenzione di ammainare la bandiera del leader.
Certo, rispetto alle ultime elezioni è finito l’effetto sorpresa e ci sono nodi da sciogliere. Perché, come ammette il consigliere comunale, di errori ne sono stati commessi. “Se non li avessimo fatti, avremmo addirittura iniziato ad amministrare fin da allora; ma tant’è. Non rinneghiamo nulla di quanto fatto. Gli errori causati dall’entusiasmo e dall’inesperienza di allora sono stati niente più che effetti collaterali che vanno, questo sì, compresi ed accettati, ma che non mettono in discussione l’obiettivo finale”.
Insomma, il Laboratorio è convinto di aver imparato dai propri errori e ora vuole riprovarci. “Siamo nati con una prospettiva di lungo termine e con lo scopo finale di costruire e rendere ben visibile un polo civico a Porto Sant’Elpidio che ad ogni tornata elettorale amministrativa possa presentarsi agli elettori autonomamente, finanche a dialogare o contrapporsi, sulla base delle proposte, alle tradizionali forze politiche esistenti”.
Sono convinti che una “forza civica vera” abbia spazio, “ma non deve essere di facciata, una foglia di fico come tante si presentano. Non per forza deve diventare il partner di forze di destra o sinistra che cercano volti freschi e presentabili”.
Si sentono forti i civici di Felicioni e lo dicono ad alta voce, sono forti di cinque anni di apprendistato in Consiglio comunale. “Presenteremo un nostro candidato sindaco e siamo a disposizione delle liste civiche, già esistenti o in divenire, di cui si avverte, girando per il paese, la presenza e la voglia di partecipare alla vita amministrativa”.
Porte aperte quindi a chi non si affida ai classici partiti politici. Porte che sembrerebbero chiuse, insomma, a Fratelli d’Italia e a tutto il mondo del centrodestra con cui era iniziato il dialogo. Anche se, il finale è più zuccherino: “Possiamo dialogare con tutti senza alcun timore reverenziale e senza alcuna diffidenza preconcetta, certi del fatto che la nostra forza è ben rappresentata e visibile agli occhi di tutti".
Non viene fuori mai il nome di Gian Vittorio Battilà, da tutti indicato come possibile guida verso il municipio, ed è normale, sono gli avversari, o alleati, che lavorano per bruciarlo: "Come candidato sindaco abbiamo figure che riteniamo all’altezza, ma che ben potrebbero lasciare spazio ad altri protagonisti più aggreganti e convincenti, al programma, che, per chi ha la nostra stessa idea di paese, è semplicemente consequenziale. Insomma, noi ci siamo, anche da soli. Nessuna porta è chiusa, naturalmente nemmeno alle forze politiche”.
Solo che non va mai dimenticato il punto di partenza: vincere da civici.