PORTO SANT’ELPIDIO – Sono da poco passate le sei del pomeriggio. Le serrande dei locali lentamente iniziano ad abbassarsi, anche se i tavolini sono ancora pieni in via Battisti. La gente punta piazza Garibaldi, chi per urlare la sua rabbia contro il governo Conte e la decisione di chiudere, chi per curiosità, chi per appartenenza politica, chi per solidarietà.
Una piazza multiforme che dà voce alla disperazione, ancor più che al commercio. Apre Goia Giandomenico, che ha coordinato l’organizzazione con l’associazione Faleria Enjoy. “Sono una delle fortunate, non ho ancora chiuso. Chi è qui non nega il Covid, ma vuole far sentire la propria voce contro azioni che servono solo per ammazzarci economicamente” esordisce chiamando poi le persone a parlare al microfono.
Tra i primi arriva Lorenzo Cognigni, titolare di bagni Pazzi: “Ho preso un locale in centro per l’inverno, non riesco neppure ad aprirlo. Non si capisce nulla, non c’è una legge chiara” sottolinea. E poi uno dopo l’altro, da Giorgio Marcotulli in versione geometra prestato alla politica a una maestra di Osimo passando per una sarta, “hanno cancellato il 99% delle cerimonie, non abbiamo più lavoro”, e una operatrice del turismo in versione portavoce degli ultimi, di quelli che nessuno ascolta: gli autistici, i giovani con problemi, gli anziani soli.
“Ma qualcuno del Governo sa cosa significa togliere a un autistico la piscina, una delle sue certezze? Ma che male faceva chi nuota? È una vergogna”. Un lungo applauso la accompagna, ad ascoltarla anche i consiglieri regionali Putzu e Lucentini. Poi ci sono i cori, organizzati alla perfezione insieme con i fumogeni e le bandiere dal gruppo guidato da Torresi e Pacini, impegnati anche a tenere le persone il più possibile a distanza e con la mascherina. Si chiude con l’inno d’Italia la manifestazione pacifica, ordinata e con un solo chiaro obiettivo: urlare ‘Conte vattene’.
Raffaele Vitali