AMANDOLA – Da un lato l’assessore regionale Filippo Saltamartini, dall’altro il direttore dell’Ast di Fermo, Roberto Grinta. In mezzo l’ospedale nuovo di Amandola. “Presto sarà in funzione una struttura per acuti di sede disagiata con pronto soccorso e non più un plesso di comunità. La differenza rispetto al passato è grande” precisano i due protagonisti.
Che magari la prossima volta chimerano anche il sindaco della città dei Sibillini. “Stiamo concretizzando quel modello di sanità diffusa sul territorio per il quale i marchigiani ci hanno votato” aggiunge Saltamartini. L’ospedale sarà operativo nei prossimi mesi, così garantiremo servizi importantissimi per la salute delle comunità dell'entroterra fermano".
Non ci sono timori per nuovi ritardi: “I lavori procedono spediti. Parliamo di un presidio imprescindibile che sarà dotato di tecnologie all'avanguardia e attività di emergenza urgenza". È già pronta l’area della diagnostica. “L’Unità operativa complessa delle Attività tecniche sta coordinando le varie ditte che hanno in carico la realizzazione dei lavori.
Sono iniziati i lavori di realizzazione della "Gabbia di Faraday", il 20 settembre è prevista l’installazione della nuova Tac e nella prima settimana di ottobre inizierà l’installazione delle tecnologie Rx, ha aggiunto il direttore generale.
“Stiamo anche allestendo la cucina. “Sono stati consegnati 14 televisori, due frigo-farmaci e due barelle per il lavaggio dei pazienti. Stiamo definendo gli ultimi lavori complementari che permetteranno l’ingresso delle grandi tecnologie come, appunto, la Risonanza Magnetica, la Tac e la Rx”.
Soddisfatto l’ex onorevole Mauro Lucentini, da sempre vicino alla realizzazione del nuovo ospedale, anche quando la sua stessa coalizione aveva dubbi: “Nessuno vuole una scatola vuota, quello che stiamo dando al territorio è un luogo all’avanguardia al servizio di tutta l’area montana. Il rilancio di questo pezzo di Marche passa per i servizi, quello sanitario è basilare”.