ORTEZZANO – Marcello D’Erasmo non dovrebbe stupire, ma il fatto che la guida Pizzerie d’Italia del Gambero Rosso la inserisca ancora una volta tra le migliori d’Italia è la conferma di come continui siano gli investimenti nella qualità e nelal formazione nel locale di Ortezzano.
Sono solo due le pizzerie marchigiane che hanno preso il massimo riconoscimento, 750 quelle selezionate: Mamma Rosa di Ortezzano e Farina di Pesaro, il locale gestito da Paolo Severi. “Questa guida nasce per celebrare uno dei settori più dinamici della cucina italiana” spiegano dal Gambero Rosso.
Le due pizzerie marchigiane si confermano ai vertici, superando il punteggio di 90, che è il valore per ricevere i tre spicchi. Per D’Erasmo è il decimo anno, un piccolo record, anche considerando la scelta di no stravolgere la gestione che resta familiare nonostante l’apertura di nuove attività. D’Erasmo negli anni si è caratterizzato anche per la sua capacitò di dare spazio ai prodotti locali, rendendo la sua pizza sempre più a chilometro zero. Scelta premiata dai clienti che non si fanno problemi a prendere l’auto ea raggiungere il piccolo paesino a 20 minuti dalla costa e a trenta dai Sibillini.
Tra le pizzerie del territorio, brilla Controluce a Porto Sant’Elpidio con il punteggio di 86: “Ci riempie di orgoglio, siamo nati da poco e già facciamo pare delle migliori d’Italia” il commento soddisfatto dello chef stellato, e cotitolare della pizzeria, Richard Abouzaki. Si conferma tra i migliori anche Alberto Farina di Lido di Fermo.
In totale nella guida ci sono 96 Tre Spicchi, 16 Tre Rotelle, dedicate alle pizzerie da asporto e tra le 750 insignite ben 116 novità. A curare la guida è stata Pina Sozio: “Aperture su aperture, tanti giovani con voglia di emergere e di far emergere i propri territori. Tanto è sfidante e affascinante il terreno pizza che molti bravi chef hanno cominciato a cimentarsi con essa, affascinati sia dalla magia degli impasti, che dalla conquistata libertà nei condimenti. La vulgata del prodotto porta con sé, però, dei rischi di banalizzazione su larga scala.
Nella nostra piccola selezione (750 pizzerie sulle oltre 183mila esistenti in Italia, secondo gli ultimi dati del Cna) non ci basta che si usino determinati prodotti noti (e magari non tutti insieme sulla stessa pizza!), così come non ci basta che si faccia quella ricetta o si usi la tecnica di moda. Noi ricerchiamo, e premiamo, chi fa un lavoro di coerenza, chi mette al centro la personalità, le idee, una visione di lungo periodo, anche a costo di non accarezzare il trend del momento e correre qualche rischio in più”.
Raffaele Vitali
