FERMO – Il reparto di otorino laringoiatria è una delle eccellenze del Murri. A guidarlo, da anni, è il dottor Stefano Dallari, un emiliano che si è innamorato di Fermo. Lo staff del primario non si è mai fermato, anche in piena pandemia. “Noi medici del reparto di otorino, teoricamente quelli a massimo rischio perché a contatto con le prime vie aeree dei pazienti. Siamo stati al fianco della Rianimazione, soprattutto quando serviva una tracheotomia”.
Il quadro complicato dal punto di vista pandemico ha inevitabilmente rallentato la parte chirurgica: “Abbiamo continuato a fronteggiare regolarmente i casi tumorali e comunque non abbiamo particolari ritardi di diagnosi” prosegue Dallari. Che motiva questo “con la collaborazione capillare con i medici del territorio. Una connessione che non è mai venuta meno. Ho sempre creduto fortemente nel valore centrale di una stretta relazione tra ospedale e medicina territoriale, di cui il dramma del Covid ha confermato l’importanza”.
Con meno sale operatorie a disposizione, l’attività ambulatoriale ridotta, ma la risposta nell’emergenza sempre pronta, il reparto di otorino ha garantito le operazioni più delicate. “Il mese scorso abbiamo inserito il quattordicesimo orecchio bionico. Altri 3 interventi sono in programma a breve. Proseguiamo nell'utilizzo dell'esoscopio tridimensionale e ne stiamo perfezionando e ampliando i campi di utilizzo”.
Dallari resterà alla guida del reparto fino al 2024, dopo il rinnovo triennale del suo contratto: “Voglio far crescere ulteriormente i miei collaboratori, in particolare sotto l’aspetto chirurgico. Quando uscirò di scena, l’otorino di Fermo deve rimanere un'eccellenza al servizio degli abitanti del suo territorio, che possono e debbono avere risposte locali adeguate, senza doversi spostare”.
Sa di avere l’Asur al suo fianco: “Abbiamo attivato da subito una collaborazione costruttiva e agile, come se ci si conoscesse da sempre. Apprezzo del dottor Grinta l'agire discreto ma concreto ed una competenza, da tutti riconosciuta, nell'ambito dell'organizzazione sanitaria e nella valorizzazione degli indici di produttività. Un aspetto sul quale la nostra area vasta può compiere un ulteriore passo avanti che ritengo indispensabile in un quadro di un'auspicata ripartenza post-Covid”.