di Valentina Sabelli
PORTO SANT'ELPIDIO - Classe 99, nato sotto il Girfalco, esterno d’attacco, Marco Olivieri è una delle punte sportive del fermano. Cresciuto a Porto Sant’Elpidio, fin da bambino mostra la sua naturale capacità calcistica.
Proprio per la bravura, viene selezionato dalle giovanili dell’Ascoli Calcio. A 14 anni, svincolato, approda a Siena e subito dopo all’Empoli. Qui inizia la corsa verso il professionismo.
Approdato in Primavera, sono gli occhi della Juventus a posarsi sul pupillo fermano: prestito con diritto di riscatto, che arriverà l’anno dopo. Dopo le tante presenze in Juventus U23, il 30 giugno del 2020 (giorno del 21esimo compleanno) esordisce in serie A entrando al posto di Paolo Dybala contro il Genoa.
Un giorno da incorniciare a cui si aggiunge quello di settembre, con l’esordio in Champions League contro l’Olympique Lione. Ma giocare nella Juve non è facile e così, per farlo crescere ancora, ecco il prestito all’Empoli con cui ora giocherà, da prima in classifica, al Del Duca contro l’Ascoli.
Olivieri, cosa si prova a tornare nello stadio in cui sei cresciuto e ti ha lanciato?
“È la prima volta che torno a giocare ad Ascoli ed è una grande emozione e lo sarà ancora di più quando sarò in campo, nel rettangolo verde che mi ha visto crescere”.
Come è stato questo campionato? La volata verso la vetta?
“Un percorso molto duro e soprattutto molto equilibrato con risultati mai scontati. La nostra è una vera e propria cavalcata verso il sogno chiamato serie A. Manca poco e questo è il tempo di rimanere ancora più concentrati sull’obiettivo”.
Quali sono le prospettive future?
“Il focus è puntato sul campionato e sull’Empoli. Una volta che questa impresa sarà portata a casa, i miei agenti apriranno un dialogo con la Juventus, che è la mia società di appartenenza e, come sempre, insieme decideremo quale sarà la scelta più giusta per me”.
Cosa augura al calcio marchigiano?
“Mi auguro un Ascoli in serie A. Le Marche hanno potenzialità e spero ricomincino ad essere presenti nel massimo campionato. Abbiamo bisogno di rappresentanza”.
Nostalgia di casa? Se ne andato da adolescente e soprattutto quest’anno, con le restrizioni Covid, immagino non si sia stato possibile tornare spesso.
“Casa è sempre casa. Mi mancano la mia famiglia, la mia fidanzata e i miei amici. Siamo fortunati ad essere nati in una terra così sorprendentemente bella e questo non aiuta in quanto a nostalgia”.