FERMO – Il palio è arrivato, coperto, fino a quando l’autore affiancato dal podestà, per l’occasione il vicesindaco Mario Torresi, non l’hanno scoperto. Stupore è la prima reazione da parte dei contradaioli. Perché alla Cavalcata dell’Assunta sono abituati a vedere una Maria classica, il dumo e i cavalli raffigurati.
Ma Michelino Iorizzo, l’autore di questa edizione, ha idee diverse che nelle prossime ore spiegherà nel dettaglio. Due grandi occhia azzurri, un viso che ricorda più la ragazza con l’orecchino di perle che la canonica Maria dal volto scavato. E soprattutto tanti colori, con una tecnica che sembra segnare la tela nel tempo. Immancabili sono gli stemmi delle dieci contrade.
È l’apice di una cerimonia spettacolare, scenica, piena di grandeur, che è quella che deve ricercare la rievocazione storica che si vanta di essere la più antica d’Italia. Un documento certifica la presenza già nel 1182. Ha fatto le cose in grande il regista Adolfo Leoni che ha coinvolto un centinaio di figure oltre agli alfieri e ai musici della cernita.
A guardare tutti dall’alto, prima di scende in piazza per l’arrivo del Palio c’erano i priori, affacciati al palazzo del governo, e le dame, posizionate alle finestre della biblioteca. Lo spettacolo delle bandire ha accompagnato la storia di Bianca Maria Visconti, letta proprio dalla ‘signora’ di Fermo. passaggio dopo passaggio al suo arrivo alla nascita di Galeazzo Sforza, dall’omicidio dell’amica alla redenzione con la scelta di aiutare i più deboli e le donne in difficoltà in particolare.
Parole e musica che seguono il ritmo delle bandiere con gli immancabili applausi dopo ogni lancio con ripresa ben riuscita. Fino a che la folla non si apre come se stesse arrivando Mosè e due ali di figuranti in bianco, con fiaccola in mano creano un lungo percorso che collega l’arco di piazza al cuore della città. Proteggendo così la delegazione di Monterubbiano che ha scortato il Palio che il 15 agosto una contrada riuscirà a conquistare.
Dopo averlo mostrato a tutta la città, il podestà ha dato il là per il trasferimento nella chiesa di San Domenico, dove ad attenderlo per la benedizione c’era don Michele e dove il Palio resterà fino al giorno dell’Assunta.
r.vit.