FERMO – Una delle richieste avanzate dagli imprenditori negli ultimi mesi era quella di poter rendere autonome dal punto di vista energetico le proprie aziende. richiesta caduta nel nulla.
E così ci riprova la Cna Marche, guidata dal presidente Paolo Silenzi, con il segretario Otello Gregorini: “Servono incentivi mirati e procedure semplificate per poter realizzare impianti di autoproduzione di energia elettrica da parte delle piccole imprese, per ridurre la loro dipendenza dal gas, abbassare il costo della bolletta e accelerare il percorso della decarbonizzazione”.
Secondo il centro studi della Cna, tagliando la burocrazia ci sarebbero 5mila piccole imprese pronte a dare il via a processi di cogenerazione pur di superare l’ostacolo dei costi dell’energia, per cui una Pmi paga 33 volte in più di una concorrente europea.
La Marche sono al 15esimo posto per consumi di energia elettrica coperti da fonti rinnovabili. “La posizione delle Marche migliora sensibilmente se non si considerano le fonti idroelettriche: in questo caso le Marche si collocano al decimo posto, con una quota di consumi coperti dalle rinnovabili (20,1%) poco al di sotto del dato medio nazionale (20,9%)” prosegue il segretario.
E dire ce il potenziale è enorme: “Se si considera la potenza efficiente lorda delle fonti rinnovabili in percentuale sul totale della potenza efficiente lorda complessiva regionale, le Marche con il 75,1% salgono al 4° posto tra le regioni italiane collocandosi ai vertici della quota di energia attingibile potenzialmente da fonti rinnovabili, rispetto a un dato medio nazionale del 47,5%.
Ma il dato indica contemporaneamente che nella nostra regione è più difficile elevare ulteriormente la potenza erogabile da fonti rinnovabili se non investendo in ulteriori impianti. Solo il 7 per cento dei consumi marchigiani di energia elettrica è coperto da impianti di cogenerazione, contro una media nazionale del 31,5 per cento mentre la produzione di bioenergia copre appena il 2 per cento dei consumi rispetto a una media nazionale del 5,9 per cento. Dunque, lo spazio per realizzare nuovi impianti di energie rinnovabili c’è”.
Tutto questo sapendo che per tipologia di produzione le Marche hanno bisogno anche di meno energia rispetto ad altre realtà. “Dobbiamo quindi sostenere l’adozione di autoproduzione energetica nei laboratori delle micro e piccole imprese. Essendo tra i meno energivori, i nostri laboratori artigiani potrebbero generare energia anche per gli altri utenti e porsi come riferimento per una rete elettrica nazionale intelligente”.