di Raffaele Vitali
FERMO – Estate, voglia di uscire, di stare insieme. E il rischio Covid? Il mondo della sanità sa bene che nulla è finito. E così ci sono due piani di azione, quello della prevenzione, che vive sulle buone azioni della gente, e quello strutturale, in corso all’ospedale Murri di Fermo. Due piani che spiega il direttore dell’Asur 4, Licio Livini.
Livini, partiamo da un evento. Il 31 luglio la Regione Marche ha organizzato la Notte delle Meraviglia sul lungomare. Ci saranno migliaia di persone, cosa pensa?
“In un momento così particolare, si poteva evitare. Oltretutto, se arriva qualche positivo da in mezzo alla spiaggia, come riusciamo a ricostruire i contatti. Una aggregazione di persone in una fase in cui le regole sono saltate e stanno saltando non mi pare una grande idea”.
Come sta proseguendo il cammino della pandemia?
“Qualche positivo c’è sempre. Non si riesce a controllare la situazione, è tutto aperto. E soprattutto non vedo controlli. Nessuno mi ha mai fermato. Mi aspettavo almeno di vedere qualcuno in spiaggia che dicesse alle persone di evitare di stare tutte attaccate”.
Crede che si sia perso il senso civico ci controllo?
“Basta andare in un ristorante. Tutti ammassati, tutti stretti. Tavoli lunghi con comitive di persone. Al mare ho detto e poi c’è la notte, che esce da ogni controllo”.
Come Asur cosa cambia se ci sarà la proroga dello stato di emergenza?
“Per noi nulla. Perché non è che dal primo agosto siamo a posto. Se non arriva una indicazione dal consiglio dei Ministri, spero dalla Regione sul fatto che si prosegua con le buone pratiche attuate. il che significa ingressi contingentati in ospedale e via dicendo”.
L’ospedale come sta?
“Stiamo recuperando la funzionalità. Partiranno i lavori per ampliare la terapia intensiva di 14 letti, per arrivare a venti. E poi un altro cantiere per dieci posti di subintensiva”.
Quali i principali lavori?
“Cambierà location la cardiologia. Abbiamo comprato l’angiografo per l’interventistica radiologica, stiamo organizzando gli spazi. Inseriremo una Tac al Pronto soccorso e poi stiamo facendo i lavori nell’antisismica nella zona dei magazzini, sotto lo spazio dell’ingresso. Vorremmo spostare il servizio di igiene mentale, forse al seminario, stiamo dialogando con la Curia che ha a disposizione anche aree sportive. Sarebbe un accordo comodo per entrambi”.
Lei confida nel Mes?
“Di certo se arrivasse un miliardo di euro solo per la sanità nelle Marche, tanto si potrebbe fare, recuperando il gap che abbiamo. In primis il personale, che ci manca, e poi le strutture”.