Sarà il caso di parlarne? Dovrebbero essere i sindaci, a ogni tavolo in cui si siedono con Regione, Governo e Provincia, a ribadirlo: servono le connessioni digitali. Un problema serio a livello italiano, ma soprattutto per i piccoli centri, considerati poco convenienti dalle grandi compagnie, e per molte zone rurali o interne dei territori. Purtroppo, Marche e Fermano inclusi.
Il senatore serviglianese Francesco Verducci, intervenendo al Consiglio d’Europa, ha parlato in maniera molto chiara: “Non accedere alla rete significa non esistere, subire esclusioni e discriminazioni. Un muro che impedisce a chi è fuori di realizzare il proprio protagonismo e progetto di vita. Dobbiamo contrastare le disparità che minano alla base le democrazie. La rete deve essere un bene pubblico e democratico”.
Quello che Verducci dice dovrebbe far riflettere gli amministratori. Ben venga la telemedicina, ben venga lo smart working che porti gli stranieri a risiedere nei piccoli borghi lasciati liberi dai vecchi residenti spinti via dalla lenta ricostruzione o attirati dalle sirene delle metropoli, 15-30mila abitanti, della costa. Ma senza segnale, non basterebbero le sirene di Ulisse per attirarli.
Portare la rete, quindi la fibra, dentro le case resta la sfida. Come avere il segnale per la telefonia ovunque. O meglio, almeno dove ci sono vita e movimento. Possibile? Certo, poi ci saranno da superare le ritrosie di chi l’antenna la vuole ma non vicino a sé. Ma anche questo è il ruolo della politica, anzi del politico: decidere e indirizzare il presente verso un futuro migliore.
Ps
Parliamo della rete nei borghi. Ma non è che poi nelle città vada meglio, vedi Fermo. Del resto, se i cavi principali si fermano a centinaia di metri, la fibra è solo nel canone.
*direttore www.laprovinciadifermo.com