FERMO – Erano giorni che non c’erano vittime al Murri di fermo. Ma questa notte a fermarsi è stato il cuore di una 82enne di Porto San Giorgio.
“Stiamo affrontando un’emergenza da 40 giorni. Nei nostri reparti sono passati 148 persone, di questi abbiamo avuto a oggi anche molti dimessi. Ci preoccupano i decessi: ben 43. A oggi il 30% dei decessi li abbiamo avuti al Pronto soccorso, il 28% alle Malattie infettive, fino all’8% in Terapia intensiva. Questo significa che i pazienti arrivano in situazioni cliniche abbastanza gravi” spiega il direttore dell’Area Vasta 4 Licio Livini.
Come intercettarle? Semplice, potenziando il lavoro sul territorio. “Abbiamo due equipe a domicilio per effettuare visite e tamponi. Se riusciamo a gestire a domicilio tante situazioni evitiamo ricoveri e aggravamenti. Anche i medici di medicina generale possono usare i farmaci che vengono usati come terapia in ospedale: parliamo di idrossiclorochina e Plaquenil. Anche i medici possono usarli” prosegue.
Insomma, ci saranno sempre più tamponi a domicilio e con il drive through, oltre a quelli per il personale. “Dal 12 marzo abbiamo fatto 2700 tamponi e si è aggiunto anche l’istituto zooprofilattico a supportarci, ma teniamo conto che 2300 li ha fatti l’area Vasta 4”. Per quanto riguarda i tamponi degli operatori sanitari, fatti a 580 operatori, ovvero due terzi, i positivi sono stati 74, tra cui 20 medici e 31 infermieri.
A oggi sono 705 persone in isolamento domiciliare. Di queste 189 sintomatiche. “E su questi dovremmo fare i tamponi. E ci stiamo organizzando per questo. A volte rallentiamo perché magari ci mancano i reattivi e i tamponi. E così tamponi per i meno sintomatici e il drive test per chi ha pochi sintomi o sono guariti. Una cosa è certa, dobbiamo rispondere prima alle necessità esterne, perché poi di posti letto e strumentazione che rispondono in maniera puntuale alle necessità che arrivano”.
r.vit.