FERMO – Firmata la nuova ordinanza, Francesco Acquaroli aggiunge qualche regola nelal lotta collettiva al Covid 19. “Un atto frutto di concertazione con Anci, prefetti e parti sociali” spiega il presidente.
Norme anti assembramento all’aperto, nei luoghi pubblici e privati ad uso pubblico, regole per il commercio, il commercio su aree pubbliche, la vendita d’asporto e le attività di ispezione degli impianti termici.
“Indispensabile la concertazione per far sì che queste nuove disposizioni vengano rispettate e comunicate in maniera uniforme alla popolazione. Un provvedimento che intende riassumere e rafforzare, con la collaborazione di tutta la filiera istituzionale, misure indispensabili per la prevenzione al Covid-19 e per il contenimento del contagio”.
Tra regole ci sono anche direttive, ovvero indicazioni. Come quella sulle abitazioni private: “E’ fortemente raccomandato di evitare assembramenti e feste. L’ordinanza entra in vigore dalle ore 00:00 del 21 novembre e può essere modificata o revocata in relazione all’andamento dell’indice di contagio (Rt) e della situazione epidemiologica complessiva” precisa Acquaroli.
Confermato l’obbligo di mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro e di utilizzare correttamente i dispositivi e i protocolli di sicurezza. “L’uso della mascherina al di fuori dell’abitazione è sempre obbligatorio, con eccezione dei bambini con età inferiore a sei anni, dei soggetti che stanno svolgendo attività sportiva e dei soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l'uso della mascherina”.
Nuova stretta sull’educazione scolastica, in questo caso primaria. “Nelle Elementari e Medie sono sospese le seguenti tipologie di insegnamento a rischio elevato: educazione fisica al chiuso se non è possibile rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di due metri, lezioni di canto e lezioni di strumenti a fiato”.
Ancora più rigida la linea riguardante gli esercizi commerciali alimentari: “È vietata dopo le ore 16 la consumazione di alimenti e bevande all’aperto su aree pubbliche o private aperte al pubblico. In ogni caso non è consentita la consumazione sul posto e nelle adiacenze dell’attività di vendita e di somministrazione di alimenti e bevande”. Nessun limite però alla vendita per asporto.
Per chi lavora in grandi e medie strutture di vendita anche il compito “di garantire un accesso della clientela ai predetti luoghi con modalità contingentate o comunque idonee ad evitare assembramenti di persone”.
Salvati i mercati all’aperto, quelli periodici, “ma solo se il Comune fa rispettare distanze interpersonali, uso di mascherine e accesso contingentato al banco”. E salvi i distributori automatici, ma l’impresa titolare deve provvedere alla sanificazione degli ambienti almeno due volte al giorno.
Infine, sospesa l’ispezione degli impianti termici fino al 31 gennaio.
Raffaele Vitali