Qualcosa non sta funzionando. È evidente. Non è questione di divieti, di mascherina da non usare, tranne che in caso di assembramenti. C’è qualcosa in più.
Perché la gente durante la settimana ancora non esce, tranne i giovanissimi, tranne che per mangiare velocemente. Basta fare due passi sul lungomare, di ogni città. Si riempie il fine settimana, anche troppo, resta vuoto durante i feriali. Tutti si aspettavano un altro giugno 2020, quando la gente cercava la sua normalità tra locali, bar e mete di vacanza. Ma la realtà per ora è diversa.
Eppure, stando agli imprenditori, hotel, villaggi vacanze e b&b sono pieni. Solo che le persone stanno dentro casa. La riprova arriva anche dagli eventi, con la gente che ancora crede che tutto sia gratuito e quindi trascura appuntamenti di qualità. E invece, normalità è anche tornare a pagare un biglietto. Solo che non siamo più abituati.
La tv ci continua a offrire tanto, da Netflix ad Amazon uno potrebbe non uscire mai di casa e lo sport tra calcio, tennis e basket ci sta riempiendo le serate. Ma il gusto di uno spettacolo dal vivo è qualcosa di impagabile, ma ce lo siamo scordati.
Normalità è stare all’aperto, normalità è prenotare un posto, normalità è anche doversi mettere la mascherina se siamo dentro un negozio: prima lo capiremo e meglio staremo. Tutti, ma soprattutto quelle attività commerciali che hanno bisogno di presenza, di persone, di vita.
Fobie, paura, nuove abitudini? Se serenità fa rima con vaccino, la prima mossa è evitare l’idiozia di rinviare la propria dose ‘perché d’estate non ci si ammala’ o perché ‘aspetto l’autunno se la pandemia riparte’. Se vogliamo normalità, dalla primula rossa bisogno partire.