Pronti via e il rave diventa reato. Anzi, partecipare lo diventa. Nove articoli come primo atto del Governo Meloni che rendono immediatamente esecutiva la nuova norma sui rave e sull'ergastolo ostativo, mentre rinvia a fine dicembre l'applicazione della riforma Cartabia e definisce le nuove regole in tema di Covid.
La norma che vieta i rave illegali è nell'articolo 5 del decreto. Introduce il reato di “invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l'ordine pubblico o l'incolumità pubblica o la salute pubblica”. Prevede pene per gli organizzatori o i promotori dei raduni che vanno dai tre ad un massimo edittale di sei anni di reclusione o multe che oscillano tra i mille e i 10.000 euro. La norma aggiunge inoltre “che per il solo fatto di partecipare all'invasione la pena è diminuita”.
Quindi, rischio di avere una condanna è dunque anche per chi partecipa all'evento: nei loro confronti il giudice, al termine del processo, deve applicare una diminuzione che può arrivare fino a un terzo rispetto al massimo della pena prevista. La norma si applica quando più di cinquanta persone invadono in modo “arbitrario terreni o edifici, pubblici o privati e da ciò ne può derivare un pericolo per l'ordine pubblico o l'incolumità pubblica o la salute pubblica”.
La nuova disciplina, prevista all'articolo 434-bis del Codice Penale, dispone la «confisca delle cose» utilizzate per commettere il reato nonché quelle «utilizzate per realizzate le finalità dell'occupazione».
La nuova norma ha portato a numerose reazioni. “Nel 93'/94', da rappresentante d'istituto, guidai per tre giorni l'occupazione e l'autogestione. ‘Jurassic school’ era il movimento studentesco, uno dei momenti più formativi ed entusiasmanti per tanti studenti come me. Oggi con Meloni saremmo condannati a 6 anni di carcere” tuona Matteo Ricci.
Ma una nota del Ministero prova a spegnere le polemiche: “La norma anti-rave illegali interessa una fattispecie tassativa che riguarda la condotta di invasione arbitraria di gruppi numerosi tali da configurare un pericolo per la salute e l'incolumità pubbliche. Una norma che non lede in alcun modo il diritto di espressione e la libertà di manifestazione sanciti dalla Costituzione e difesi dalle Istituzioni".
Concetto chiarito anche da Maurizio Lupi, uno dei volti della maggioranza: “Libertà di manifestare e diritto di espressione: sempre; mettere in pericolo la vita propria e degli altri: mai. Quello che succede nei rave party è noto, è sotto gli occhi di tutti ed è giusto impedirlo. Le polemiche di queste ore sono strumentali: si valuti la norma e, se ci saranno dubbi, il Parlamento, come sempre, potrà intervenire e migliorarla, ma sui rave indietro non si torna”.