di Raffaele Vitali
FERMO – La festa del teatro compie 18 anni e in tutte il mondo se ne celebra il compleanno, Fermo la celebra giovedì sera all’Aquila con una no stop di cinque ore a porte aperte.
“Può il teatro sentire il grido di aiuto che i nostri tempi stanno lanciando, in un mondo di cittadini impoveriti, rinchiusi in celle di realtà virtuale, trincerati nella loro soffocante privacy? Può il teatro fungere da laboratorio per la coesistenza delle differenze senza tenere conto del trauma sanguinante? Abbiamo bisogno di nuovi modi narrativi che coltivino la memoria e creino una nuova responsabilità morale e politica per fuoriuscire dalla multiforme dittatura del Medioevo odierno”. È questo un piccolo estratto del messaggio di Theodoros Terzopoulos, presidente del consiglio di amministrazione dell’International Committee of Theatre Olympics.
A lui è stato chiesto di scrivere il messaggio annuale che accompagna la manifestazione che vede Fermo tra le città protagoniste grazie all’impegno di Graziano Ferroni e dell’assessora Micol Lanzidei, due che solo a parlare di teatro sorridono e volano più alto di quello che il presente gli riserva. L’appuntamento con 14 compagni locali è per giovedì dalle 19 alle 24 al teatro dell’Aquila.
“Un teatro tra guerra, ambiente e tecnologia deve interrogarsi. Il teatro è un mezzo espressivo di impatto immediato” riprende l’assessora Micol Lanzidei commentando le parole del regista greco che ha ricordato anche di come “il teatro sia parte attiva dell’ecosistema. Il teatro vive su domande senza risposta, dai tempi di Dioniso, il dio del teatro che unisce passato, presente e futuro, espressione di identità fluida, ordine e caos, un acrobata sul crinale tra vita e morte”.
Che il teatro abbia un ruolo sociale ne è certo Ferroni: “Il teatro deve provare a dare risposte. Fino a quando ci sarà pubblico, ogni attore ci proverà”.
Del resto era così anche nel passato: “Il teatro – ha aggiunto Giorgio Catini, uno dei referenti delle compagnie fermane - da sempre è relazione, è ritrovarsi insieme. Il tetro sopravviverà sempre, anche alle ‘catastrofi’ perché è un momento di evasione”.
Un luogo di confronto “dove farsi le domande per poi cercare una delle tante vie di uscita. Vero e sperate, come accadeva alla Conceria, per esempio” chiosa l’assessora. Il 27 marzo le compagnie teatrali dilettantistiche si metteranno in gioco.
Nel Fermano di attori amatoriali ce ne sono tanti, molte le compagnie che fanno teatro nelle piazze, in spiaggia, nelle sale parrocchiali. “A tutti loro è dedicata la festa del teatro, una serata in cui nessuno paga, nessuno riceve soldi, ma tutti condividono il bello dell’esserci” ribadisce Ferroni.
Pace, unione, uguaglianza, condivisione: questo è il teatro che va oltre i contenuti e crea condivisione di emozioni e pensieri. “Non morirà mai”. Di certo vivrà al meglio giovedì dalle 19 alle 24 grazie anche al supporto della Fondazione Carifermo.