FERMO - "La guerra fa paura a chi è al fronte, ma anche a chi la vive di riflesso. Le nostre esportazioni sono praticamente bloccate" ammette Gianni Gallucci, direttore generale dell’azienda che da più di 60 anni è sul mercato.
Punto di riferimento per la produzione di calzature di alta qualità e di quelle ortopediche e correttive per bambino con un'importante presenza nel mercato statunitense. "Esportiamo in Russia – sottolinea parlando con l’Adnkronos - dai primi anni Novanta, abbiamo sempre fatto fronte alla continua instabilità del rublo, ma oggi la preoccupazione è grande per le sorti del distretto calzaturiero marchigiano nel futuro imminente, ad esempio per noi, che il mercato russo vale circa un 30% del fatturato, la programmazione di produzione è stata completamente stravolta dalla sera alla mattina”.
Figuriamoci per chi è esposto con l’80% della produzione. “Queste aziende non riusciranno ad alzarsi dopo l'ennesimo colpo proprio adesso che iniziavamo a vedere la ripresa post pandemia. La produzione è bloccata, e le prospettive di lavoro sono davvero difficili con il cambio attuale del rublo a quasi il doppio e la parte ancora non percepita da tutti è la ripercussione di questa situazione negli altri mercati europei, dove abbiamo avuto una frenata seppur ancora lieve con il rallentamento dei consumi dovuti all'incertezza”.
L'indebolimento del distretto è la conseguenza più grave anche per chi resisterà alla guerra. L'azienda, che ha lo stabilimento nelle Marche e lo showroom per i buyer internazionali a Milano in piazza San Babila, è una delle preferite dalle famiglie reali come quella svedese e quella belga, personaggi dello star system come Madonna, Jennifer Lopez e Sarah Jessica Parker e del mondo dello sport come Klay Thomson, Stephen Curry e Kevin Durant. Scelte che l'hanno portata a esere protagonista annche negli Stati Uniti, mercato complesso ma inn crescita.
Tornando alla crisi aperta dall'attacco Gallucci spiega come "in effetti dando uno sguardo ai numeri si può intuire la dimensione del danno. La Russia, ha ricordato Assocalzaturifici, per il mercato italiano delle calzature vale il 2,7% delle esportazioni. Nel 2021 sono state vendute 3 milioni e mezzo di paia di scarpe made in Italy in Russia, con circa 250 milioni di fatturato, in Ucraina 450 mila paia con 36 milioni di fatturato. Ad oggi - ammette - siamo tutti in attesa di capire quali saranno le soluzioni dei problemi legati al cambio, alle difficoltà di ricevere i pagamenti tramite le banche, con anche il blocco delle carte di credito e tutti i problemi legati alla logistica, anche se la strada è tutta in salita”.
Imprenditori in seria difficoltà, dopo i rincari delle materie prime, delle bollette e ora dei carburanti: “Impossibile far fronte anche a questa situazione, un intervento fulmineo è fondamentale da parte della politica, che sembra averci dimenticato, dove non saranno sufficienti solo cassa integrazione per i dipendenti e alleggerimento della pressione fiscale, ma saranno necessarie vere e proprie iniezioni di fondi per garantire la sopravvivenza delle aziende e la tutela di migliaia di posti di lavoro".
r.vit.