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Non nascono imprese, niente assunzioni. Fermo maglia nera: -63%. "Una sola speranza: i cantieri per le infrastrutture"

29 Luglio 2020

di Raffaele Vitali

FERMO – Il segno meno non fa più notizia: meno imprese, meno export, meno reddito, meno lavoro, meno di tutto quando si leggono i dati dell’economica. Ma dal primo Rapporto Congiunturale Marche realizzato dalla Camera di commercio delle Marche e dalla Regione, con l'Istituto Tagliacarne, un meno che non si legge spesso fa rumore: “Non parliamo delle cancellazioni, ma delle iscrizioni che non ci sono. Non essendoci nuove imprese, non ci saranno occupati, parliamo di un calo del -60%. Le Marche dopo la Lombardia sono la regione più colpita. E Fermo, dopo Piacenza e Bergamo, è la provincia con il calo maggiore (-63% contro il -45% italiano). Questi dati confermano come la manifattura nelle Marche subisca danni ancora più grandi” sottolinea senza esitazione il responsabile dello studio Rinaldi.

Lo studio dimostra che qualche entrata c’è, ma in percentuali irrisorie che coinvolgono circa il 9% delle imprese: Nel mese di luglio sono 5850 le assunzioni preventivate, il 41,8% in meno rispetto al 2019. Principalmente di parla di alloggio e ristorazione, di commercio e qualcosa nelal meccanica (6%). “Tra l’altro – spiega Rinaldi – assunzioni legate al requisito dell’esperienza”.

Assunzioni a tempo

A richiedere personale sono piccole aziende, il 75% ha meno di 50 addetti. “Altro punto chiave è che l’83% dei contratti sarà a termine. Il 34% delle entrate per il mese di luglio è previsto con diploma di scuola media superiore, il 25% con qualifica o diploma professionale, il 32% con la scuola dell’obbligo e l’8% con la laurea. Il 34% delle entrate interesseranno giovani con meno di 30 anni”.

Non è che andrà meglio ad agosto e settembre, due mesi in cui in totale sono previste al massimo altre 8milassunzioni.

Ascolta Fabrizio Schiavoni, segretario dell’ente camerale, che ricorda come il percorso fatto nelle Marche sia virtuoso, a tal punto che anche “la Corte costituzionale ha stabilito che ci deve essere ‘un intimo rapporto tra sistema camerale ed ente regionale’. Questo dimostra che noi eravamo e siamo sulla strada giusta”. E lo ribadisce, leggendo il passaggio della sentenza che ha bocciato una serie di ricorsi contro la riforma camerale, vista la presenza di Giuseppe Tripoli, il segretario generale nazionale delle Camere di commercio, fautore del percorso che ha portato a un ente unico.

L'unica speranza

Il presidente Gino Sabatini entra nel merito dell’accordo con l’istituto Tagliacarne e la Regione: “Spero che la Regione possa proseguire su questa strada per essere fattore di sviluppo”. Parole dolci per l’assessora Manuela Bora, rientrata in piena attività un mese dopo aver partorito il secondo figlio.

Poi Sabatini aggiunge, cercando di non perdere il suo consueto ottimismo: “Grande speranza verso i tanti cantieri pronti a partire e l’arrivo dei miliardi dall’Europa “che mi fanno essere fiducioso perché la Regione li sa spendere”. Ma non è tutto rosa: “Servono riforme strutturali parte del Governo, servono oggi: fisco, lavoro, giustizia, credito e taglio burocratico dentro gli enti”.

Lockdown micidiale

Si parla di innovazione, semplificazione e internazionalizzazione sono parole che la Bora utilizza ogni giorno: “Giuseppe Tripoli è stato fondamentale nel nostro processo di fusione camerale, so che siamo un modello virtuoso. La nostra regione, per caratteristiche produttive, ha subito in maniera forte la chiusura, il 53,3% contro il 43,8% nazionale si è fermato. Tre mesi che peseranno molto, a cui si aggiunge il contesto internazionale complesso”.

Tanto di fatto per la Bora, ma non basta: “Importante sarà l’impatto del bando sulla digitalizzazione e giovedì in Giunta investiremo nuove risorse per l’internazionalizzazione”. Che le Marche siano un modello lo conferma lo stesso Tripoli: "Plauso alla Camera delle Marche, la quinta in Italia, che ha saputo affermarsi come interlocutore autorevole accanto alla Regione. Tra i tanti servizi che abbiamo garantito in questi difficili mesi ne ricordo uno, molto utile alle Marche: per proteggere le imprese da possibili controversie con gli operatori internazionali, le Camere hanno rilasciato migliaia di certificati che attestano la causa di forza maggiore in caso di inadempimenti contrattuali”.

Fatturato ko

Insomma, si cammina anche se le Marche capiranno nei prossimi mesi il vero impatto del Coronavirus, con i suoi mille morti e le tante imprese ferme. Il presente è in questi numeri: il 75% delle imprese afferma una riduzione del fatturato nel bimestre marzo-aprile 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019 (Italia 71,6%): nel 45,4% dei casi il fatturato si è più che dimezzato (Italia 41,4%), nel 26,8% si è ridotto tra il 10% e il 50% (Italia 27,1%) e solo nel 6% dei casi il valore del fatturato è invece rimasto stabile (Italia 8,9%).

@raffaelevitali

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