FERMO – Sandro Vallasciani, consigliere comunale del Pd di Fermo, cosa pensa della vicenda Casina delle Rose?
“Il fatto che ci sia dibattito è positivo in quanto l’edificio, per ciò che rappresenta, costituisce memoria della nostra comunità”.
Ma non è tardi?
“La notizia della sospensione dell’asta pubblica per l’alienazione del bene dimostra quanta incertezza e superficialità nell’agire dell’Amministrazione Comunale in questo delicato procedimento”.
Cosa non ha funzionato?
“Per indire una gara per l’alienazione di un bene occorre in primo luogo determinare il valore del bene, ma non è obbligatorio avvalersi degli uffici dell’Agenzia delle Entrate, potrebbe essere sufficiente una stima redatta dai propri uffici tecnici (come avvenuto, ndr)”.
Ma il Comune l’ha richiesto. Che succede ora?
“Se il valore stimato dalla medesima risulterà maggiore da quello fissato a base dell’asta, l’Amministrazione sarà costretta ad annullare la gara e procedere ad una nuova asta con il valore rettificato”.
Magari potrebbe essere utile.
“Insieme con i consiglieri Nicolai e Malvatani, abbiamo sottolineato che una vendita come quella in corso, priva di ogni e qualsiasi obbligo anche temporale contingentato del recupero del bene per avviarlo ad una attività ricettiva, sia un grossolano errore. I requisiti dei probabili acquirenti oltre ad avere alla dimostrazione della capacità finanziaria per l’acquisto dovrebbero avere anche adeguate referenze bancarie in merito anche al suo recupero cosa che comporta un investimento non inferiore a tre volte il valore di acquisto”.
Teme che resti ‘immobile’ una volta venduta?
“La Casina delle Rose deve tornare ad essere solo e soltanto una struttura ricettiva e può essere ceduta solo a chi si impegna in tempi certi di ristrutturarla e di avviarne l’utilizzo a tale attività. In alternativa a ciò sottoporre il suo recupero al reperimento di risorse pubbliche sia nazionali che comunitarie per gli scopi a cui i fondi intercettati siano concessi”.