di Chiara Fermani
SERVIGLIANO - Pochissime parole, tantissimo cuore. Calcutta è così, il pubblico lo ama per questo e il Parco della Pace di Servigliano ieri lo ha dimostrato, con oltre 13mila persone rapite dal magnetismo di questo cantautore semplice, schivo, ma che con la sua musica riesce a trasmettere tanto.
Un bel colpo per la Best Eventi, che quest'anno apre il No Sound Fest con un concerto attesissimo e con una risposta di pubblico tra le più massicce delle ultime edizioni, nonostante la pioggia fino alle due ore precedenti il concerto.
Un grande display digitale, simile a quello delle sveglie che abbiamo sul comodino segna le 21:39 e prima di salire sul palco parte il brano che apre il suo ultimo disco “Relax”, si intitola “Coro”, ed è un autentico coro di montagna, solo voci, scritto con Laurent Brancowitz dei Phoenix, che dice di essersi ispirato al Coro della Società degli alpinisti tridentini, fa un po' sorridere sentire un coro alpino con l'accento romanesco di Calcutta.
E poi arriva lui, acclamatissimo e parte con “2 minuti”, il brano dell'ultimo album che ha segnato il suo ritorno sulla scena musicale, dove ha ritrovato il suo posto tra le prime file. Il secondo brano è quello che lo ha consacrato, quello che tutti aspettavano “Cosa mi manchi a fare”, dall'album Mainstream, il secondo di Calcutta, quello che nel 2015 è stato come una bomba deflagrata nel panorama musicale nostrano, rendendolo un fenomeno contagioso e irresistibile.
In quegli anni Calcutta passò molte volte nelle Marche e in pochi ricorderanno un suo concerto in un piccolo centro sociale di Comunanza, era il gennaio 2016, i suoi fan erano ancora delle cerchie ristrette, ma si percepiva che il successo stava arrivando.
Oggi, a 8 anni di distanza e a pochi chilometri da quel circolo c'è di nuovo lui, non più davanti a 150 persone, ma davanti a 13mila persone che cantano tutti suoi brani a memoria. Gaetano, Frosinone, Del Verde sono tra i più amati, in quest'ultimo è contenuta una delle frasi più iconiche e rappresentative di tutta la sua produzione musicale, “vestiti da Sandra che io faccio il tuo Raiomondo”, un’immagine tanto semplice quanto evocativa per intere generazioni che di certo ricorderanno Sandra Mondaini e Raimondo Vianello nei loro indimenticabili battibecchi.
Calcutta lascia spesso cantare il suo pubblico, li ringrazia e dice loro: “Parlo poco sul palco, perché la gente che parla troppo mi sembra falsa”. Tra grandi classici, pezzi nuovi e una bellissima scenografia, i fan cantano ininterrottamente e non riescono a staccargli gli occhi di dosso, nonostante l'atteggiamento molto “leopardiano” di Edoardo, sempre nascosto sotto al suo immancabile cappellino.
Durante il brano Giro con te, la grafica fa felice il pubblico, tutto parte da una ricerca su Google Maps, con il risultato del tragitto che coincide con le tappe del suo lungo tour, ma in modalità Street View fino alle vie di Servigliano, già addobbate per la storica giostra dell'anello di agosto. Dopo poco più di un'ora e mezza si annuncia l'ultimo brano, Calcutta chiude con “Tutti” e saluta Servigliano: “Siete stati un pubblico bellissimo”.
Il display segna 00:00 non è l'orario, è il tempo scaduto, ma a giudicare dal pubblico qualcuno si sarebbe rifatto questo live un altro paio di volte. Finito il concerto la macchina organizzativa Best Eventi è subito ripartita per sistemare e ripulire l'area, perché sabato 29 arriva il rapper napoletano Geolier con altre migliaia di persone e una viabilità che saprà risolvere qualche criticità. (foto Mirko Franconi)