di Raffaele Vitali
TORINO – Non è tanto questione di stanchezza, Pesaro semplicemente ha subito in tutto e per tutto Brescia. I lombardi dopo aver battuto Milano spazzano via la Carpegna Prosciutto.
La partita dura un quarto, il primo. Quello giocato male da entrambe. Poi Della Valle ha messo il turbo e la luce dei pesaresi si è spenta. Non hanno di certo aiutato gli arbitri. Perché Brescia sarà anche brava a difendere, ma non è possibile che la Vuelle per due volte vada in bonus con almeno sei minuti di anticipo.
Questo significa valanghe di tiri liberi per Moss e compagni che tra l’altro vanno quasi sempre a segno. “Loro sono tre volte più aggressivi di noi” sentenzia Repesa nel secondo quarto quando il break di 11.0 comincia a segnare la partita.
Il problema è che la grinta alla fine ce la mette il coach che si vede fischiare due falli tecnici e quindi viene espulso. Surreale il secondo che Repesa non comprende tanto che glielo devono dire tre volte che deve lasciare il campo. “Ma cosa ti ho detto?” urla a Lanzarini. Nessuno lo sa, ma è bastato.
Un altro tecnico se lo prende Moretti, che è tornato in campo ma che è palesemente in ritardo di condizione dopo l’influenza. Speriamo che almeno i tre arbitri si vadano più tardi a rivedere il fallo di Gabriel su Gudmundsson che doveva essere un antisportivo e che invece è costato il primo tecnico a Repesa.
Parlando di basket, coach Magro ha preparato benissimo il match, schierando in quintetto Moss per mandare subito fuori ritmo Charalampoupolos, che era stato il migliore contro Varese. E poi Nikolic, che mette i suoi muscoli, oltre che la lucidità, su Abdur Rahkman.
L’errore di Pesaro, oltre che nella miriade di triple finite sul ferro (6/34) se non con air ball, soprattutto quelli della guardia americana, è di non cercare mai Kravic. Si accontenta del tiro da tre punti e quando entra non viene mai premiata dagli arbitri che vedono solo contatti regolari. Ma che Petrucelli e Nikolic siano così puliti è tutto da vedere.
L’uscita di Repesa lascia il cerino nelle mani del suo vice Savignani. Che mette Visconti, ma la guardia è stato uno dei grandi assenti delle Final Eight, come Tambone e, tolte un paio di folate, Cheatham. Se la rosa non cambierà, la Coppa ha fatto capire che la Vuelle per vincere deve costruire molto meglio i tiri.
Tanti i tifosi arrivati dalle Marche che hanno provato a far reagire i giocatori. Ma quando gambe e testa non funzionano, lo si è visto anche nella partita precedente con la Virtus Bologna che ha passeggiato sopra Tortona, c’è poco da fare.
Peccato, inutile dirlo, ma Brescia già contro Milano aveva fatto capire di essere in grande condizione. Pesaro ogni canestro se l’è dovuto sudare, perfino sul -20, quando Kravic si fa trovare pronto sugli scarichi degli esterni. Domani alle 18 in finale ci va quindi Brescia, che si rilancia anche in vista del campionato, dove aveva infilato una serie di sconfitte infinite.
Pesaro torna a casa, si prenderà qualche giorno di riposo mentre Repesa con il presidente Costa e il ds Cioppi dovrà definitivamente dire se la squadra può continuare così o serve un nuovo numero 4 che sostituisca l’infortunato Mazzola per cercare di restare ai piani alti di un campionato che sta regalando più di una gioia ai biancorossi.