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"Nessun paziente in coma verrà spostato da Campofilone". Grinta: "Presto la convenzione con Anni Azzurri, ma niente posti in più"

29 Aprile 2023

di Raffaele Vitali

CAMPOFILONE – Roberto Grinta, dopo gli anni da direttore generale, attualmente è il commissario dell’Ast di Fermo. Spetta a lui quindi gestire la sanità, anche territoriale. In Consiglio regionale, ma anche durante l’assemblea dei sindaci, è stato il sollevato il ‘caso’ Anni Azzurri, la residenza della Valdaso con i suoi oltre 100 letti tra residenza, riabilitazione e stati comatosi. Una struttura in attesa di pagamenti, convenzioni e certezze. E con la struttura, i familiari di chi si trova lì dentro.

Grinta, qual è il rapporto tra Ast Fermo e Anni Azzurri?

“Intanto bisogna capire il compito di un commissario. Siamo in una fase di transizione e riorganizzazione. Il mandato ricevuto era per costruire le nuove aziende, superando ogni questione amministrativa”.

Il che significa anche garantire le convenzioni, ovvero quegli accordi che fanno del privato una vera costola del pubblico?

“Tutte le convenzioni sono e devono essere garantite. Ogni Ast ha avuto un budget provvisorio in attesa della chiusura del Bilancio regionale. Un budget che seguiva uno storico, con conseguenti conferme. La struttura di Campofilone è stata importante per tutta la regione durante il Covid, hanno svolto una grandissima attività alleggerendo il sistema sanitario pubblico. E questo merita un grazie per la professionalità”.

Grinta, il grazie non basta, questo lo sa.

“Quanto fatto ha comportato una attribuzione di posti superiori per garantire l’assistenza a pazienti Covid di tuta la Regione. Spesa coperta con un budget emergenziale, ma finita l’emergenza covid, il budget aggiuntivo non è stato più riconosciuto. Si è fermato all’aprile 2021”.

La struttura ha avuto in quel periodo 100 posti convenzionati. Ora?

“Si torna al numero effettivo riconosciuto, ovvero 68 posti di Rsa. A questi si aggiungono i pazienti ‘Rd1.4, ovvero gli stati comatosi. Per questi c’era una convenzione in essere fino al 2021. Nel 2022 non riprogrammata e ora è in oggetto di discussione a livello regionale per l’accordo Aris. Parliamo di sei posti”.

Lo sa che i parenti dei pazienti in coma temono che lei possa spostarli altrove, visto che mancano i pagamenti ala struttura e così no si può andare avanti?

“Non diciamole nemmeno certe cose. A questi pazienti è stata garantita l’attività assistenziale nel 2022, anche se non esisteva più la convenzione. E ora noi pagheremo, questione di settimane, stiamo completando dei passaggi burocratici. Diversa la questione per il 2023, ma pagheremo tutto quanto dovuto”.

Quindi rinnovo convenzione in vista?

“Stiamo preparando una determina di convenzionamento per i 68 posti più quelli in stato comatoso. In modo che tutto rientri nel budget complessivo determinato. In attesa anche dell’accordo Aris regionale”.

Cosa accadrà ora?

“Non avendo una convenzione in essere non possiamo prendere ulteriori pazienti, sono garantiti gli attuali in stato comatoso. Non possiamo aggiungerne. Abbiamo un budget che ci permette di evitare di dover bloccare il servizio in quella struttura. Per cui garantita l’assistenza, garantito lo stesso pagamento precedente”.

Tutta questione di soldi?

“Il punto è: c’è un budget e dento quello si deve stare. Nessuno dei pazienti in coma verrà toccato, la cifra giornaliera è importante, ma dovuta. Per cui copriamo il 2022 con un extra budget, mentre il 2023 rientrerà nella nuova convezione che riguarderà i 68 posti più i sei”.

Non sono pochi?

“Partiamo con i 68, quaranta destinati a un servizio e 28 a una assistenza riabilitativa”.

Agli Anni Azzurri il servizio è, stando ai familiari, di alta qualità. Giusto pagarlo come se un paziente si trovasse a Porto San Giorgio, in una struttura pubblica?

“Quando mandiamo un paziente lo inviamo con una scheda che definisce l’assistenza necessaria che poi comporta una tariffa di servizio. A prescindere da dove viene erogata”.

E i posti mancanti della struttura?

“Qui parliamo di una tipologia di letti differenti, destinati a una riabilitazione complessa fornita anche durante il Covid. Ma sono posti non sono convenzionati. Non possiamo quindi mandare i pazienti, prima bisogna redigere il piano di fabbisogno del territorio di competenza dell’Ast”.

Quando sarà pronto questo piano?
“La nuova legge sul convenzionamento prevede bandi in base al fabbisogno e le strutture dovranno partecipare a questi bandi. Le regole sono cambiate. Il bisogno c’è, poi ci saranno bandi per una committenza vera. Posti servono? Convenzione diretta? Risorse chiare? Lo deciderò. C’è anche l’accordo Aris che pende. Poi chiaramente l’Ast ha una sua autonomia”.

In autonomia lei non può riportare a pieno regime gli Anni Azzurri, vista la richiesta che c’è?

“Ribadisco, stiamo predisponendo lo studio reale del bisogno. Se per il convenzionamento ho budget 100, posso togliere da un lato e dare da un altro. Ma ho un budget, che si supererà se ci saranno nuovi accordi a livello di Aris. Per quanto riguarda i posti in più, quelli sono autorizzati e accreditati, ma al momento non convenzionati. Quindi se ne riparlerà. Intanto, la certezza è che i 68 posti più i sei degli stati comatosi sono coperti. Ma questo significa anche che se avremo nuovi pazienti gravi, dovranno essere destinati a strutture differenti con disponibilità di letti convenzionati”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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