FERMO – In silenzio, come i migliori studenti, anche quelli che non stanno nel primo banco. Settanta docenti neo assunti per le scuole provinciali hanno riempito l’aula magna dell’Itet Carducci Galilei per il loro corso di formazione obbligatorio. La squadra diretta dalla dirigente Cristina Corradini, è un punto di riferimento a livello regionale, è la scuola polo. “Servono competenze ormai globali. Dobbiamo pensare a 360 gradi come docenti” esordisce la dirigente.
Tornano quindi in classe i prof dell’Ambito 5. “Mi sono rapportata con gli altri Ambiti e con la piattaforma Indire. Insieme passeremo ore di formazione seguendo un programma dettagliato che va dalla classe alla rielaborazione professionale”.
Un pomeriggio chiave per i neoassunti, “molte info le trovate su neoassunti.indire.it/2020”, che si muoveranno d’ora in poi tra il web, dove si trovano i kit formativi, e gli incontri fisici come questo del Carducci. Il tutto per 50 ore di formazione complessiva.
“Il processo di formazione non va inteso come attività a spot che si fa in qualche momento dell’anno. È una attività che riguarda tutta la comunità scolastica, ciascuno per ruolo e competenza. Il miglior risultato possibile da raggiungere per il docente è il percorso formativo in classe e quindi i migliori risultati con l’Invalsi” prosegue.
Parole chiave da non dimenticare: tutor, osservazione, piattaforma, peer to peer, autovalutazione. “E poi c’è Induction: tutte le attività, gli atteggiamenti proattivi, le collaborazioni che il docente deve mettere in campo all’interno della propria classe” prosegue la Corradini che dell’inglese è abile fruitrice.
“Si parla di presepe sì, presepe no, di rinnovi contrattuali, ma in realtà è moto più complesso il quadro attorno alle scuole. Con l’aiuto delle nuove leve, con una formazione che vi deve accompagnare sempre, la scuola polo deve fornire modelli di istruzione, organizzativi, di orientamento per la carriera: dobbiamo farlo e insieme cercheremo di farlo al meglio”. A fine maggio ci sarà incontro conclusivo per la settantina di neo assunti. In sala giovani, uomini e donne, ma anche più di un capello grigio tra i neo assunti e una mamma con bebè che si alterna tra un appunto e una ciucciata al biberon, perché la scuola deve essere davvero inclusiva.
Raffaele Vitali