Impossibile accontentare tutti. ma di certo ci sono categorie più penalizzate di altre in questa fase di uscita dal lockdown anti Coronavirus. I ristoratori sono pronti a protestare. Un gruppo su Facebook nato nel Lazio ha raggiunto ogni Italia.
E così questa sera alle 21 quando vedrete le luci accese dentro i locali e in molti chalet, in particolare a Porto Sant’Elpidio, non stupitevi: “Un gesto simbolico, di protesta, per far capire che esistiamo. Produrre, generare occupazione e regalare emozioni sono la nostra vocazioni, assicurare un contributo produttivo al sistema paese, la nostra missione. E non solo perché domani mattina consegneremo le chiavi delle nostre attività al sindaco (Franchellucci li aspetta alle 11 davanti al Comune) perché sia la nostra voce al tavolo del governo. I sindaci sono gli unici che ci ascoltano”.
Coldiretti punta invece il dito sulla prolungata chiusura forzata di bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi, che, afferma, “ha un effetto a valanga di 5 miliardi sull'agroalimentare per mancati acquisti in cibi e bevande”. Un allarme cui fa eco anche quello di Filiera Italia secondo cui sono in pericolo i 320 mila locali che oggi danno lavoro a oltre 1,2 milione di persone e allo stesso tempo il 30% del fatturato dell'agroalimentare.
Timore analogo anche quello di Federcuochi: “Rinviare la riapertura al 1 giugno significa fa morire la ristorazione già agonizzante dopo mesi di mancati incassi”. Per l'associazione, insomma, si tratta del “colpo di grazia ad un comparto che produce un indotto miliardario per tutto il Paese e che non riesce più a sostenere questo fermo”.
E come i ristoratori ci sono i negozianti. Si parla di «danni gravissimi» provocati dalla decisione del governo di posticipare la riapertura della maggior parte dei negozi al 18 maggio. Perdite miliardarie.
La Fase 2 rinvia la riapertura degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e di tante attività del turismo e dei servizi, ricorda il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli secondo il quale “ogni giorno di chiusura in più produce danni gravissimi e mette a rischio imprese e lavoro”. Il governo dovrà fornire indennizzi a fondo perduto «per evitare il collasso economico di migliaia di imprese e risulta urgente un incontro con Conte.