FERMO - Nadia Flalhi è di San Benedetto. È pugile professionista da quando aveva 26 anni, categoria piuma. Prima, per potersi allenare tutti i giorni in palestra, faceva due lavori: uno di mattina, l'altro di sera. Da quando fa sul serio non ha mai perso. Ha vinto tutti e due i match in cui ha combattuto.
Eros Seghetti è ascolano. Prima di un incontro si chiude in casa e si concentra. È un peso mediomassimo (ha solo il 5% di massa grassa in corpo) e, da professionista, dei cinque fatti, ha vinto quattro incontri e ne ha pareggiato uno. Si allenano a Monteprandone, nella palestra dell'ex campione Roberto Ruffini. Matteo Paccapelo è un fermano doc. Da quando ha passato i quarant'anni, pratica la free boxe. Si allena a Monte Urano.
Nadia, Eros e Matteo sono tre dei circa duecento atleti che questo fine settimana daranno spettacolo nella palestra di via Leti, cercando di scalare posizioni nella classifica internazionale. Dopo quattro anni a Porto San Giorgio, approda a Fermo “Day in the cage”, la manifestazione sportiva organizzata da Comune, Pugilato Nike, Extreme top fighters e Associazione italiana cultura sport, con il patrocinio della Regione. Due giorni, sabato e domenica, di incontri aperti a tutti (ingresso 10 euro al giorno per tutto il giorno).
«La città sta ricominciando a brulicare di eventi sportivi. Questo ci permette di mostrare il pugilato, ma anche altre discipline da combattimento», spiega l'assessore allo Sport Alberto Scarfini. Perché la boxe non sarà l'unica protagonista. Sul ring si sfideranno anche atleti di Mma, K1, muay thai, kick boxing, submission e free boxing.
«È un momento importante per il pugilato marchigiano. Veniamo da due titoli nazionali importanti e non ci fermiamo qui. La collaborazione di tutte le associazioni che ci sono nelle Marche sta facendo diventare questo sport una grande famiglia», dice il presidente del Comitato regionale della Federazione italiana pugilato e consigliere comunale Luciano Romanella.
«La città – prosegue – sta collaborando alla crescita di questo movimento. La manifestazione trasferita a Fermo è la prova che non ci sono campanilismi. Questo è un momento di boom per il pugilato delle Marche e un Comune capoluogo come Fermo non poteva non esserne parte».
Francesca Pasquali