FERMO – La memoria al Pergolesi si racconta sempre in musica. “Nulla ha potuto scalfire la capacità di resistere e documentare alle nuove generazioni una delle pagine più buie della nostra storia” sottolinea il presidente del Conservatorio Pergolesi, Igor Giostra.
Appuntamento da non perdere venerdì 27 gennaio alle 18 all’auditorium Billè con ‘Voci della Memoria’. Un concerto che il Pergolesi organizza insieme con il comune di Fermo, come conferma l’assessora Micol Lanzidei. “Dobbiamo celebrare una ricorrenza come questa, abbiamo un dovere etico e morale di formazione civile. Siamo degli educatori e il concetto di memoria va coltivato per evitare che la storia si possa ripetere” riprende il direttore Nicola Verzina
La professoressa Cristiana Arena è l’anima di questo appuntamento che mira con la musica a sviluppare anche il senso critico di chi, schiacciato in un mondo fatto di velocità, rischia di perdere i valori fondanti e di credere che tutto sia accettabile. “Il grazie va ai docenti che sanno utilizzare ogni momento per formare. La giornata della memoria unisce tutti in un’unica riflessione per evitare che tragedie come quella della Shoah possano ripetersi” ricorda l’assessora Lanzidei, che ricorda anche l’appuntamento al mattino in Conceria con scuole e autorità.
Note contro l’oblio “che fanno del passato un perno del presente. La coscienza individuale è un pezzo di quella collettiva e va sempre potenziata”. Gli strumenti diventano parole grazie al lavoro della professoressa Arena: “La memoria deve essere attiva e produrre qualcosa che deve essere fruita. Nel 2021 siamo stati tra i primi conservatori d’Italia a parlare di Shoah attraverso la musica. Lo facciamo restituendo un repertorio anche poco conosciuto”.
Voci della memoria è il sunto di chi risente che sia impossibile scindere chi ha scritto questi brani da chi ha scritto grandi opere. Il programma cambia ogni anno, quest’anno sul palco ci saranno docenti e allievi, a cominciare dall’orchestra giovanile diretta dal maestro Reggi.
Due quartetti dei docenti sono la novità: “Due grandi compositori lontani tra loro come base: uno è Shostakovich, che ha scritto un quartetto in memoria delle vittime, l’altro è Mahler che ha origini ebraiche. Poi ci sono alcuni autori recuperati come Sinigaglia, affidato al corno del maestro Catalini, che morì di infarto il giorno della cattura”. Prosegue quindi la connessione tra cultura ebraica, “che ha nel corno un punto di riferimento” aggiunge Catalini, ed europea, senza mai rinunciare alle parole di Brecht. Un centinaio di posti a disposizione a ingresso libero.