di Raffaele VItali
FERMO – Non è solo questione di robot, la sanità fermana rischia di svegliarsi in un incubo alla fine del 2021. E questo i sindaci devono capirlo in fretta, altrimenti il nuovo ospedale di Campiglione, su cui il primo cittadino del capoluogo Paolo Calcinaro sta costruendo lo sviluppo del territorio resterà un meraviglioso scatolone realizzato con le migliori tecniche dalla ditta Carron.
Ci sono diversi modi per depotenziare una realtà. Il primo è quello della privazione di tecnologie, il secondo, più sottile, è il depauperamento del capitale umano. Il fatto che la direttrice generale dell’Asur, Nadia Storti, metta in discussione gli accordi presi, ovvero il collocamento dell’innovativo robot milionario all’interno del Murri per dare il via a una chirurgia 4.0 in più settori ospedalieri, ha allarmato il sistema sanitario. E anche quello politico regionale, con l’interrogazione presentata dal consigliere Fabrizio Cesetti che chiede lumi all’assessore Filippo Saltamartini e al governatore.
Il robot, infatti, è un mezzo fondamentale per tenere le migliori professionalità al Murri. A cominciare dall’urologo Yehia, che doveva essere la Ferrari di Marche sud. Un accordo tra Asur 4, ex presidente Luca Ceriscioli e direttrice Storti, era stato raggiunto. C’era l’intesa con le altre due aree vaste (3 e 5), con Fermo che si sarebbe garantita anche la prima assistenza post chirurgica dei pazienti. Oltre a Yehia, il robot è atteso da Oculistica, con Carlo Sprovieri, altro primario di livello arrivato a Fermo negli ultimi sei anni (23 in totale quelli nominati), pronto a usarlo.
Ma non solo, c’è anche un altro piano per l’Area Vasta 5, che prevede l’arrivo del dottor Siquini, tra i migliori medici in circolazione, oggi ai vertici della Chirurgia di Macerata. E questo a fronte di alcune garanzie, a cominciare dal robot. Ma non solo. Ci sarebbe anche la volontà di fare di Ascoli-San Benedetto il polo per la chirurgia all’addome, il che significherebbe depotenziare il primario di Fermo, Guerriero, dirottando i pazienti di Macarri, luminare della gastroenterologia, fuori da Fermo.
Ecco che di fronte a questa riorganizzazione che si trova sul tavolo regionale, i sindaci fermani guidati da Calcinaro, non possono continuare a rimanere silenti. Servono garanzie, ancora di più in questi mesi senza guida per l’Asur 4 e di reggenza della Storti, ovvero di chi prende le principali decisioni in accordo con la Giunta Acquaroli.
Tornando al robot, per chi non comprende l’importanza, da Ancona a Chieti non ce ne è nessuno in funzione, quindi la mobilità attiva è garantita. Considerando che prima di prenderlo e installarlo passerebbe almeno un anno, metterlo a Fermo significa dare un primo punto di riferimento al nuovo ospedale.
“Mettere, oggi, in discussione, come sembra fare il Direttore Generale Asur, gli impegni a suo tempo assunti è di estrema gravità e arreca pregiudizio alla credibilità stessa dell'organizzazione sanitaria nella provincia di Fermo nel tempo più difficile che l'ha vista dover fronteggiare, con risorse umane e strumentali insufficienti, la drammatica emergenza epidemiologica e privata dello stesso direttore di Aera Vasta irresponsabilmente indotto alle dimissioni” conclude il consigliere Cesetti.