FERMO – Arriva in Parlamento la situazione della sanità della provincia di Fermo. Prima c’è stata la sollevazione a livello locale, con alcuni sindaci molto critici. Poi la difesa del primo cittadino del capoluogo, convinto che si sia intrapresa la strada giusta.
Secondo step, critiche a livello regionale, con il consigliere Fabrizio Cesetti che ha sottolineato come “nella prima stesura del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, cioè lo schema base su cui si lavorerà nelle prossime settimane per redigere e deliberare il documento che entro il 28 febbraio dovrà essere presentato al governo per ottenere i finanziamenti riguardanti il potenziamento delle Case della Salute e degli Ospedali di Comunità, non è previsto alcun significativo investimento per la provincia di Fermo, nonostante sia l'unico territorio con un solo presidio ospedaliero”
Terzo step è quello che con una interrogazione il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, porta a livello nazionale, visto che dovrà rispondere direttamente il ministro Speranza.
Partendo anche dalle parole di Cesetti, l’onorevole Fratoianni, sollecitato dal compagno di partito Giuseppe Buondonno, pone al ministro Speranza una serie di criticità da risolvere. “Reparti Covid saturi, pronto soccorso in sofferenza con momenti di tensione tra utenti e personale, organico carente non solo all’area sanitaria-assistenziale, ma anche a quella tecnica e amministrativa” scrive Fratoianni.
Che poi aggiunge: “La carenza effettiva di infermieri è di circa 20 unità (150.000 ore in meno di tempo assistenziale all’anno). Aggiungendoci i 25 sospesi perché non vaccinati e quelli in malattia, si raggiungono le 100 unità in meno. 15 sono anche gli Oss sospesi. E ci sono anche carenze tra i tecnici di laboratorio e di radiologia e al Centro trasfusionale del Murri, servizio indispensabile per garantire l’emergenza e la regolare attività operatoria”.
Il quadro è complesso, il segretario di Sinistra Italiana lo fotografa al meglio per non lasciare a Speranza la possibilità di non rispondere. “A fronte di tutto questo, la direzione di Area vasta ha pensato di utilizzare l’istituto dell’ordine di servizio per reperire medici dai reparti per coprire le guardie al Pronto soccorso, oltre all’apporto delle cooperative, che fornisce però medici non formati e senza esperienza nella gestione dell’emergenza-urgenza sanitaria, con compensi che arrivano ai 90 euro/orari. tale esborso potrebbe, invece, coprire, almeno in parte, i costi per assumere stabilmente personale medico formato e dedicato”.
Non si può andare avanti con quattro medici al pronto soccorso, “di cui uno a breve andrà via”, contro i 22 previsti. Mancano persone, ovunque, perfino per il servizio tracciamento dove ci sono solo cinque assistenti sanitarie, contro le nove iniziali, “con l’Asur che ha chiamato ad aiutarle i Tecnici della Prevenzione, sottraendo quindi risorse alle importanti e indispensabili attività di controllo nei cantieri e nei luoghi di lavoro”.
Di fronte a questo quadro complessissimo, Fratoianni chiede a Speranza “di superare questa situazione emergenziale e ridare condizioni di lavoro al personale sanitario”.